mercoledì 5 luglio 2023

Riflessioni su quanto avviene in Ucraina

L'uomo, si dice, vorrebbe essere "razionale", eppure osservando quanto succede ultimamente in Ucraina mette in dubbio tantissime millenarie convinzioni. A sentire interviste t.v.  di generali russi, regolari o mercernari, ed anche di politici sia russi che ucraini, i dubbi sulla razionalità dell'essere umano sorgono e si radicano sempre più in alcuni di noi, esseri umani.

Certo, se pigliamo la strada del voler individuare fra le due parti belligeranti chi ha ragione e chi ha torto nell'insorgere e nello svilupparsi di una specifica situazione bellica si finisce col perdere di vista la disumanità che entrambi le parti stanno e continueranno, purtroppo, ad alimentare.

Riflettiamo:


Medvedev, uomo vicino a Putin, con
apparente leggerezza in Tv riesce a
dichiarare che l'apocalisse nucleare
è abbastanza probabile
.




Lo sappiamo tutti che esiste, libri e giornali ne scrivono, l'a-r-t-e della guerra, una forma di estetica della battaglia, che, addirittura, riesce a trasmettere in molti ambienti quasi un'intrinseca "bellezza". Fa male dover ammettere che -ancora nel terzo millennio-  abbondino le testimonianze materiali, letterarie e soprattutto giornalistiche,  sul fascino sull'essere umano di attrazione (e molto meno di repulsa) dei fatti connessi alle attività belliche.

Il bellicismo è un aspetto della vicenda umana che, lungo i secoli,  ha sempre evidenziato retorica e celebrazione epica da un lato e dall'altro ricorrente pietas (più che altro individuale).

Certo, lo sappiamo tutti che le guerre sono (inestricabilmente?) intrecciate con la Storia, il cui cammino però ci viene additato come la marcia verso una sempre crescente civiltà (ed umanità?). 

L'intreccio della guerra la si trova, in verità, sempre correlato col livello culturale, con il livello economico, politico e tecnologico dei popoli e con le componenti di intelligenza, coraggio, astuzia, preveggenza, intuito e, tanti aggiungono,  fortuna.

In un testo di Storia è dato leggere che La guerra è stata molto, troppo a lungo l'attività più comune dell'umanità. In guerra l'essere umano, inteso come singolo o come comunità, è stato capace di dare, spesso contemporaneamente, il meglio ed il peggio di se stesso. 

In questo contesto, che ci proponiamo di approfondire, gli studiosi cercano di cogliere il grado di evoluzione dell'essere umano. Ai nostri giorni alcuni studiosi riescono a verificare, e a farci sapere, quale sia il modo con cui un popolo (meglio dire: un governo?) e/o  una realtà/civiltà riesce a scendere sul campo di battaglia ben sapendo, che alla conclusione, i danni umani e materiali non saranno solamente quelli del campo avverso.

(Segue)

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