sabato 10 giugno 2023

Un Personaggio

Ernesto Galli Della Loggia: Professore di storia dei partiti politici presso l'Università di Perugia (dal 1987), collaboratore ed editorialista de La Stampa e poi del Corriere della sera, è stato cofondatore e condirettore (fino al genn. 1998) della rivista liberal. Dal 2005 è professore ordinario di storia contemporanea e preside della facoltà di filosofia dell'univ. Vita-Salute San Raffaele di Milano. 

Nascita: Roma, 18 luglio 1942)

Sul Corriere della Sera 07.06.2023

L'Italia è un Paese dove non si fanno più bambini

sicché si calcola che già nel 2035 avremo meno di un lavoratore 

per ogni pensionato e dove l’evasione fiscale — che per certe categorie e 

per certe parti della Penisola è la regola — raggiunge la cifra mostruosa 

di circa 90 miliardi di euro l’anno: due fatti che messi insieme 

rappresentano un’ipoteca angosciosa sulla possibilità di continuare

 in futuro a finanziare il nostro debito pubblico. 

Ancora: 

siamo un Paese dove la sanità pubblica è sempre più 

in sofferenza, per cui si possono aspettare mesi per una visita 

o un esame medico; dove i servizi di trasporto urbano da Roma in giù 

(Roma compresa) sono un calvario e dappertutto il trasporto ferroviario 

suburbano e regionale agonizza; dove per l’istruzione spendiamo meno che 

ogni altro Paese della Ue, dove abbiamo più laureati solo della 

Romania e nel quale metà dei nostri quindicenni, dopo dieci anni 

di scuola dell’obbligo, non sono in grado di capire che cosa 

vuol dire un testo scritto in italiano. Siamo un Paese con una giustizia 

dai tempi biblici servita da un corpo di magistrati troppo 

spesso inadeguati (per usare un cauto eufemismo) e nelle cui

carceri l’anno scorso si sono registrati 7 suicidi al mese 

(il numero più alto da quando il dato viene registrato); 

dove la stragrande maggioranza della popolazione non legge 

neppure un libro all’annodove 2 milioni e trecentomila famiglie

 non hanno alcun collegamento al web e non possiedono 

neppure un cellulare, mentre altre 11 milioni vanno su internet

solo con il cellulare, ma dove, in compenso, non cessa di

 inghiottire soldi un sistema radiotelevisivo pubblico di tipo sovietico-libanese.

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