mercoledì 28 giugno 2023

Ricostruzione storica. Lo sciovinismo della Russia di Putin, un pericolo o una farsa per la pace mondiale?

  Ad oggi la stampa occidentale pare non abbia bene identificato il personaggio Putin: questi è al potere ininterrottamente, come primo ministro o presidente, dal 1999. In Russia, con Putin, vige un sistema politico e di governo dai connotati inequivocabilmente dittatoriali e di classe: ossia a beneficio della ristretta classe degli oligarchi.

  La vicenda ucraina e non solo ..


  Nel 2016, nel corso di un intervento militare in Siria a sostegno del dittatore Bashar al-Asad, l'esercito russo si diede a spettacolari bombardamenti non tanto per soffocare la rivolta popolare contro l'amico ed alleato dittatore, quanto per mostrare al mondo quanto l'esercito russo era capace di fare. 

  Sempre nella vicenda siriana, Putin per domare quella rivolta fece arrivare nel Mediterraneo dal mar Baltico attraversando lo stretto di Gibilterra una flotta posizionatasi lungo le coste siriane, al largo di Damasco, ed inoltre, con bombardieri e con altri missili lanciati dalla flotta del mar Caspio volle dimostrare al mondo che la sua "Armata", tecnologicamente, sapeva competere con la Nato.

  L'intervento in Siria volle effettivamente essere, nelle intenzioni,  una dimostrazione di capacità tenologica dell'Armata Russa.

  Dopo quell'esperienza, con cui Putin (e con lui la ristretta oligarchia che controlla il Paese)  volle saggiare il grado di reattività dell'Occidente, peraltro rallentata da una certa accondiscendenza del turco Erdogan, la Russia volle mostrare assertività pure in Europa.

 Nel febbraio 2014 un moto di piazza costrinse alle dimissioni il presidente ucraino (filorusso) Viktor Janukovyc, che rifiutava di adempiere al voto parlamentare di adesione all'U.E. secondo -appunto- i desiderata russi.

  A Janukovyc subentrò Oleksandr  Turcynov, filooccidentale e favorevole all'intesa con l'U.E.

  Il nuovo quadro politico non tardò a suscitare rivendicazioni secezionistiche nelle regioni ucraine di confine con la Russia, dove insistono minoranze di lingua russa. In Crimea, in particolare, gruppi militari (senza identificazioni nazionali, ma sicuramente di provenienza russa) autoproclamarono l'indipendenza da Kiev (11 marzo, del 2014) e nel giro di pochi giorni, dopo un plebiscito  al di fuori della legalità (17 marzo), chiesero l'adesione alla Federazione russa. Putin, immediatamente il 21 marzo ratificò l'adesione. Contestualmente a quanto accaduto in Crimea, egualmente avvenne -sempre col sostegno di forze militari provenienti dalla Russia- nel Donetsk e nel Luhansk.

  Quanto accaduto in Ucraina costituì -da subito- un precedente pericoloso  ed inedito (annessione di parte di territorio di uno stato  da parte di una potenza confinante). L'Unione Europea, insieme agli Stati Uniti, decretò da subito delle sanzioni economiche e politiche nei confronti dello stato annessionista.  Da quelle vicende annessionistiche e scioviniste della Russia, in tutti i paesi del Nord Europa, è scattata la percezione generalizzata di minaccia e da più parti è stata evocata l'applicazione della deterrenza dell'articolo 5 del Trattato dell'Atlantico del Nord (l'aggressione  contro uno stato membro sarà considerata aggressione contro tutti i paesi Nato).

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  Avremo modo e tempo di riflettere su quanto accaduto nei giorni recenti in Russia con Putin che pare strumento dell'oligarchia di quel Paese.

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