mercoledì 10 maggio 2023

Flash sulla nostra Storia

La vecchia società 

delle discriminazioni


Dopo le prime scosse, il generale 
Carlo Alberto Dalla Chiesa, all’epoca
comandante dei Carabinieri di Palermo,
visitando nel pomeriggio del 14 gennaio
 i centri più colpiti, raccomandò alla
popolazione di pernottare all’aperto.

Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio,
alle ore 2:33 locali, una scossa molto
violenta causò gravissimi danni e il
crollo di alcuni edifici a Poggioreale,
Gibellina, Salaparuta, Montevago e
Santa Margherita di Belice
; fu fortissima
a
 Contessa Entellina e a Corleone, 
dove causò danni rilevanti, e fu sentita
molto forte a
 Palermo, a Trapani e
in tutta la Sicilia occidentale e centrale,
compresa l’isola di Pantelleria.



 Sino agli anni cinquanta del Novecento nei paesi di Sicilia esisteva nella popolazione una sorta di stratificazione sociale che faceva distinguere una famiglia dall'altra.  A fare da discrimine era il patrimonio di costumi, di tecniche, del modo di vivere  e di organizzare la casa da cui discendeva, secondo la mentalità di allora, la differenziazione sociale. 

  Fu su questo quadro di anacronismo sociale che un politico socialista, quale fu Francesco Di Martino, si impegnò, sapendo e riuscendo a piegare strumentazione urbanistica, legislazioni complesse e resistenze politiche retrograde, perchè nel dopo terremoto l'intera popolazione locale potesse disporre di vere abitazioni che non  mostrassero all'osservatore alcuna discriminazione di ordine sociale. Al punto che quando i risultati dell'azione politica furono praticabili anche gli iniziali avversari del Di Martino sfruttarono la pianificazione e la potenzialità di sfruttamento della disciplina urbanistica messa in campo per il processo della ricostruzione edilizia; ormai essa era stata fatta propria da tutti i residenti, compresi gli iniziali resistenti.

  Ci proponiamo in più pagine di fotografare la realtà socio-umana locale (che all'80% coincideva col resto dei paesi della Valle del Belice) del periodo pre-sisma 1968.

  Era tempo quello in cui la stratificazione mostrava abitazioni occupate da famiglie più o meno definibili vagamente "borgesi" (=pochissimi professionisti), discreto numero di artigiani (lo strato intermedio: di ferraio, falegname, mugnaio, commerciante, muratore..) e prevalenza assoluta di contadini e di braccianti (la stragrande maggioranza della popolazione che ancora in quegli anni sessanta erano legati alla povera produzione agricola).

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  Ci proponiamo, per alcune pagine del Blog, di riportare elenchi e documentazioni descrittive delle abitazioni e degli arredi di famiglie residenti nell'entroterra siciliano nel seicento/settecento/ottocento/novecento. Si tratta di documentazione ufficiale raccolta negli archivi pubblici da storici, antropologi e amanti della Storia di Sicilia.

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