venerdì 7 aprile 2023

Settimana Santa. Riflessioni, documenti, storia

  Crocifissione

 La crocifissione di Gesù dal mondo cristiano viene intesa da un lato come la fine e dall'altro come l'inizio rispettivamente di due tempi della vicenda umana.

Da un lato cessò il ministero terreno di Gesù che secondo gli studiosi sarebbe durato dai 18 mesi ai 30 mesi, dall'altro lato sarebbe iniziato il nuovo movimentoi dei "cristiani" che ha tagliato ogni legame con radici e credo ebraico per avviare una nuova e, sotto parecchi aspetti, diversa religiosità monoteista.

 La crocifissione e morte di Cristo ebbe del sorprendente: la crocifissione nell'ordinamento romano era applicabile ai peggiori criminali o ai ribelli e nemici dell'Impero. Peraltro era una esecuzione infamante che poteva recare atroci sofferenze per ore, se non per giorni, ai destinatari. L'Impero teveva molto a che l'esecuzione per crocifissione avvenisse in pubblico: doveva servire da deterrente per chi pensasse di sottrarsi al governo imperiale di Roma.

  Gli storici ci dicono che le esecuzioni per crocifissioni, proprio per essere ammonizione per i nemici dell'Impero, venivano eseguiti per gruppi ed è questa la circostanza che vede Gesù in croce in mezzo a due criminali (Marco 15,27). Pilato in quella Pasqua ebraica di due millenni fa non perse l'occasione di ricordare, alle migliaia di pellegrini che si recavano a Gerusalemme, chi stesse al comando del territorio.

   I Vangeli come luogo per l'esecuzione dei condannati in croce indicano il Golgota (=luogo del cranio). Gli archeologi ipotizzano una pratica romana di gettare i corpi  dei crocifissi in un canale di scolo  o in una fossa comune delle vicinanze. Secondo il Vangelo di Marco, Giuseppe d'Arimatea, membro del Sinedrio (=Supremo Consiglio Ebraico)  andò da Pilato per chiedergli il corpo di Gesù. Questo passaggio del Vangelo verosimilmente vuole ricordare che anche fra i Farisei esistevano figure vicine a Gesù. D'altronde il Vangelo di Matteo (25,57) definisce Giuseppe "un amico di Gesù".

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