giovedì 6 aprile 2023

La società degli uomini

Hai memoria della gente «impegnata?, 

dei compagni ?»

Lo ha chiesto, a me che scrivo, un amico di altri tempi che non incontravo da oltre un paio di decennio. Mi ha, dopo appena pochi preliminari  su come stessi e cosa facessi, subito evidenziato come coloro che un tempo definivamo di estrema destra adesso si ritrovano in Fratelli d’Italia, partito che addirittura raccoglie voti negli ambienti operai e adesso guida il Governo del Paese. Si chiedeva, l'amico, dove sono finite quelle maree di operai, sindacalisti, militanti della Sinistra socialista e gli ex-comunisti che volevano la società "giusta".

Pensare il futuro sottintende la pretesa
 che la realtà debba adeguarsi a idee
 formulate “a tavolino” che non possono
 non essere vincolate ad una ben
precisa visione del mondo storicamente
 determinata.


 Dopo che ci siamo seduti attorno ad un tavolo di un bar, il compagno d'altri tempi comincio' a rievocare cosa stesse alla base della coscienza di classe di "allora", quando nelle sezioni dei partiti e nelle sedi della Cgil si organizzavano proteste, manifestazioni per conseguire risultati per i territori svantaggiati ed i contesti sociali meno favoriti. Quando uomini come Ciccio Di Martino sapevano ispirare fiducia e riuscivano a mobilitare la gente verso sempre ulteriori traguardi.

 Adesso -continuava l'antico compagno d'altri tempi- nonostante l’impoverimento del Paese, in Italia la conflittualità sociale è scomparsa. E dove si spengono le attese e la conflittualità sociale non esiste più equa distribuzione del reddito nazionale. Non soltanto non c’è traccia delle proteste, ma non si vede l’ombra di cortei che invece percorrono la Francia di Macron e il Regno Unito.  Gli italiani sembrano non avere nessuna fiducia  nell’azione collettiva, né tanto meno nella politica finita ormai tutta nelle mani di uomini di cultura (se così si può definire) di impronta liberista. L'Italia, tratteggiata dall'antico compagno socialista di un tempo, non sarebbe altro che un Paese senza élites per le classi subordinate e sfavorite. L'attuale Pd non sarebbe altro che un partito liberista ai modi del Malagodi di mezzo secolo fà.  In realtà -evidenzia l'amico- le stesse classi dirigenti del sistema economico, le classi che definiamo ricche, pensano, parlano e si muovono come fossero pure loro povere.  Non possiedono nemmeno loro l'entusiamo di investire, espandere le attività.

Da decenni centro destra e centro sinistra non investono nella scuola, nell’università, nella ricerca, nell’arte, nei musei, nelle mostre, nella musica, nel teatro, e nemmeno nella viabilità, nei corsi di formazione, nella campagna priva di viabilità e nella formazione-sviluppo della cultura per il lavoro.

 Molti italiani ricchi, sono ricchi di portafoglio ma non spendono per investire, per inventare un mondo nuovo che dovrebbe sempre e comunque essere perseguito, non spendono per la cultura avanzata che altrove in Europa costituisce una meta. Sono ricchi e non hanno gusto. Tanti ricchi di oggi non saprebbero spiegare l'origine delle loro ricchezze dal momento che non passa giorno che non leggiamo altro che di mafie, di droga, di prostituzione e di illegalità: tasse non pagate, contributi evasi, lavoro nero. Esiste, nell'Italia di oggi un serio problema di legalità, di selezione della classe dirigente, di opportunità per chi ha studiato o semplicemente ha voglia di fare e di fare onestamente. Il Paese non prospera con la finta Sinistra post democristiana e la Destra priva della cultura di governo. 

L'amico che ho ascoltato con grande piacere, non è un nostalgico di un tempo che non è mai stato, nemmeno in passato,  "giusto"; è un amante, un uomo con la tensione verso la "giustizia sociale", quella giustizia che al di là di come venga definita "socialista, democratica, giustizia e libertà...", nel mondo degli uomini non verrà mai completamente realizzata. 

 E purtroppo non si tratta di pessimismo. Il mondo degli uomini non potrà che essere guidato da ... uomini.

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