domenica 23 aprile 2023

Alle radici dell'Umanità (15)

 Abramo è padre di tutti noi, come sta scritto:

" Ti ha reso padre di molte genti" (Genesi. 17,5). 

E' nostro padre davanti al Dio  nel quale credette, che dà vita ai morti 

e chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono.

Rm 4,16-.17

Secondo Maimonide
Dio scelse Abramo perchè fu il primo
filosofo
, il primo a porsi domande
di tipo metafisico: fin da giovane,
non si accontentava di vivere il
 mondo senza capirlo. “Com’è
possibile che il mondo sia in continuo
 movimento senza che nessuno lo muova?”
.

Abramo è “il padre della fede,
dove fede non è accettazione ma
protesta”.
 Un’attitudine che si rivela
in modo folgorante in una pericope

della Bibbia, con l’appassionata
preghiera a Dio di riconsiderare i piani
per la distruzione di Sodoma e Gomorra;
il primo ad agire in nome di Dio
cambiare il mondo, invece di
accettarlo passivamente così com’è.



 Abbiamo già colto che con Abramo la Bibbia si dilunga, per quindici capitoli,  a tratteggiare il personaggio, il carattere, la significanza letteraria e il messaggio centrale del racconto. E per Genesi il significato è evidente: dopo tantissimi eventi negativi che erano emersi dal genere umano (espulsione dall'Eden, il diluvio universale, la Torre di Babele), Dio sceglie come interlncutore il singolo, l'uomo come tale, come suo interlocutore per mettere sulla giusta strada  l'umanità.

  La vicenda storica adesso, con Abramo, diventa infatti più precisa: "Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò" (Genesi, 12,1).

  Abramo obbedisce, egli che verosimilmente a Ur, e poi a Carran, venerava idoli del luogo, comincia ad un certo punto delle sue traversie ad obbedire ad un Dio invisibile, senza che ancora gli sia indicata una meta precisa e finale. Egli doveva andarsene dalla sua terra senza sapere esattamente dove; a seguirlo sarà solamente la moglie Sara ed il nipote Lot.

  Stando alla Bibbia, quindi, il primo uomo che ha incontrato il Dio vivente e vero, ascoltando da lui una parola e obbedendo nel realizzarla, è Abram, la cui vicenda è, quindi, raccontata dal capitolo 12 al 25 di Genesi.

  Per gli ebrei Abramo diventa padre genealogico, e pure padre in senso religioso nella fede e Dio diventerà il "Dio di Abramo".

  Il messaggio che i cristiani traggono è che Dio ha voluto il mondo e l'umanità, che in esso e in piena libertà, avrebbero dovuto seguire lo scopo, il telos, nel movimento del tempo e della storia. L'uomo si sarebbe -però- via via discostato  dall'intenzione creazionale (Adamo ed Eva disobbediscono, Caino uccide il fratello, la violenza e la malvagità dilagano, il potere politico realizza la Torre di Babele,...) e in una descrizione che , ovviamente, sa di mitico entra in scena la vicenda di Abramo, che pare voglia dire che esiste una via di allontanamento, di separamento da quella della vita mortifera.

  Via che, appunto, ri-comincia con Abramo.

(Segue)

I Tempi scientifico-storici:

  Circa 2100  a.C.                                  Circa 2100 a.C.                         Circa 2050 a.C.       

  Viene trascritta                                Ha inizio la media Età                    Ur-Nammu fonda

l'epopea di Gilgamesh                    del Bronzo (2100-1550 a.C.)            la III dinastia di Ur

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(Segue)

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 Il credente cristiano: 

Alexander Schmemann

dal testo "L'Eucarestia-sacramento del Regno"

 Credo, come la Chiesa ha sempre creduto, che l'ascesa (dell'uomo) possa iniziare quando si esce da questo mondo ... : è opportuno cominciare spogliandosi di tutte le preoccupazioni terrene. 

 Non l'agitazione, il vociare e l'esaltazione ideologica, ma il dono del cielo: tale è la vocazione della chiesa nel mondo e l'origine del suo servizio.

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