venerdì 17 marzo 2023

Conoscere il territorio. I feudi e le masserie appartenute a Santa Maria del Bosco

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 Il prof. Ignazio Parrino (di Palazzo Adriano) nel corso di un Convegno di anni fa, svoltosi all'interno del I° Chiostro dell'Abazia di Santa Maria del Bosco, ha sostenuto che quando il primo gruppo di eremiti che si raccolse in quel bosco -si era ancora alla fine del XIII secolo-  la Sicilia era ancora prevalentemente di cultura religiosa cristiano-bizantina. I primi religiosi che lì vissero di preghiere e di elemosine mendicate nei centri di Giuliana, Corleone e Bisacquino furono monaci basiliani.

Nell'Isola esistono tracce di eremi
-rovine di preesistenti edifici di
culto basiliano del XII secolo-.

(grotta di S. Calogero)


 Si trattava di gruppi di eremiti concentrati alle falde del monte Genuardo, area punteggiata in quel XIII secolo da masserie e casali, di cui Pippo Lo Cascio (studioso di storia e archeologia del territorio siciliano) ha compilato un elenco: Busacchino, Battellaro, Contessa, Scirotta, Adragna, La Sabuca, Comichio e Chiusa. Questi casali e piccoli agglomerati (Terre) erano -globalmente- confinanti (o inglobati?) con i feudi che facevano capo a Nord-Ovest a Santa Maria di Monreale e a Sud con i feudi delle chiese di Sciacca ed Agrigento. Allora, nel XIII secolo, Calatamauro non era ancora stato eretto a Baronia, circostanza che avverrà successivamente, in periodo aragonese per garantire i dovuti consistenti appannaggi ai sostenitori della sopraggiunta monarchia spagnola (=I Peralta).

(Segue)

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