domenica 19 marzo 2023

Alle radici dell'Umanità (11)

IL MONDO ALL'ALBA DELL'UMANITA' pag. 11 

 Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore  confuse la lingua di tutta la terra. (Genesi 11,9). 

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  E' possibile, immaginano gli storici, che il tipo di costruzioni a gradoni mesopotamiche abbiano ispirato, o comunque fatto da cornice, alla storia biblica della Torre di Babele. Che in quei millenni avanti Cristo gli uomini (i Sumeri), dell'area mesopotanica possedessero capacità costruttive spinte, ben oltre i templi che ad oggi persistono nelle aree archeologiche, lo attestano anche varie necropoli reali e numerose opere ad archi a tutto sesto, vecchi di ben oltre 3000 anni prima che l'architettura romana cominciasse ad imitarle.

Genesi riporta che, allora (ai primordi della vicenda umana): "tutta la terra aveva un'unica lingua e uniche parole" e in quel contesto in cui già si fabricavano mattoni con argilla cotta al fuoco e malta  (Genesi 11,1-3) corse fra gli uomini l'idea  "Venite, costruiamoci una città ed una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome" (Genesi 11,4).

  Seguendo il testo biblico, quel progetto monumentale e molto spinto non piacque a Dio che decise di confondere "la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro" (Genesi 11,5.7). Fu così, per il testo biblico, che i costruttori abbandonarono l'opera e si dispersero su tutta la terra piuttosto che inseguire quell'ardito disegno di raggiungere il cielo.

 Nella lettura storico-archeologica, in "Babele" gli studiosi colgono, nelle lingue medio-orientali di allora, dei doppi sensi. Hab-ili significa di per sé "porta degli dei (da cui potrebbe derivare Babilonia, la città risalente al 1860 a.C.), e nello stesso tempo balad in ebraico addita qualcosa che "confonde le idee", forse a voler dire che la terra di Babilonia, futura nemica di Israele, è sorta dal caos.

 Su questo sfondo che ha del mitico, inizierà nelle prossime pagine la vicenda di Abramo, il padre del popolo ebraico.

(Segue)

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I Tempi scientifico-storici:

  Circa 2650  a.C.              Circa 2575 a.C.                Circa 2550 a.C. 

Imhotep costruisce            In Egitto ha inizio il           Re Mesannepada

il complesso funerario        periodo dell'Antico           fonda la prima 

di Djoser a Saqqara.          Regno                               dinastia di Ur

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 Il credente cristiano: 

OLIVER CLEMENT

dal testo "I volti dello Spirito"

   CREDO NELLO

SPIRITO SANTO

   Nell'articolo del Simbolo di fede che riguarda lo Spirito santo, mi è sembrato d'individuare  due insegnamenti fondamentali  per l'uomo d'oggi. Il primo riguarda la vita e il Signore della vita: "Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita". Perchè l'uomo d'oggi vuole davvero vivere, la vita la desidera appassionatamente, ma ciò che sperimenta è soltanto l'impulso di crescita biologica, fioritura ben presto destinata ad appassire. Egli finisce così per alimentare soltanto una vita intrisa di morte ...

   Il secondo insegnamento concerne la persona, la relazione tra le persone , e in particolare il mistero della paternità: "Credo nello Spirito santo ... che procede dal Padre, e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato". Perché l'uomo d'oggi , che vive nella "folla solitaria", patisce una sorta di gelo spirituale; ha fame e sete di comunicazione e trova solo la fusionalità proposta dalle ideologie  e dalle sette; questo uomo tende a considerare  come repressiva ogni forma di paternità, ma nello stesso tempo  si sente perso, e cerca un padre che lo guidi e lo liberi ...

   Infine, concluderò brevemente sulla profezia: "Credo nello Spirito santo ... che ha parlato per mezzo dei profeti", e che dovrebbe parlare oggi  attraverso la chiesa  dei profeti. Perché l'uomo d'oggi sembra imprigionato nell'alternativa tra  rimanere prigioniero delle grandi idolatrie  della storia, oppure proclamare, con i punk e gli altri testimoni del nichilismo: "Non c'è futuro".

 (Segue)

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