Pavel Aleksandrovic Florenskij (1882-1937), è stato un filosofo e teologo, scienziato e sacerdote della Chiesa russa, fucilato nel 1937, dopo avere trascorso più anni al confino. E' considerato uno dei maggiori pensatori del XX secolo ed è autore di centinaia di titoli tra saggi, studi scientifici, recensioni, lettere e scritti autobiografici e tematiche le più varie. Tanti lo hanno denominato il Leonardo del Novecento.
In Italia sono stati pubblicati vari suoi libri, estratti e documenti vari. Noi attingeremo a varie sue riflessioni, mantenendo in particolare come testo prioritario e di riferimento La colonna e il fondamento della verità (Rusconi, 1974).
Sul piano storico va tenuta -quindi- presente la rivoluzione russa, quell'evento sociopolitico iniziato nel 1917 (guerra civile) che portò al rovesciamento dell'Impero russo e alla formazione e poi alla stabilizzazione, nel 1922, dello stato bolscevico. In quei convulsi anni un decreto firmato da Lenin (1920) al fine di distogliere il clero, o la gran parte di esso, dall'attività religiosa, fu istituito -fra molti altri- un corso scientifico sulle questioni di prospettiva e di analisi delle forme spaziali. Florenskij fu incaricato di occuparsene ed egli assolse con grande competenza e sapere il ruolo che mantenne fino al 1924. Il ciclo di lezioni di quegli anni "Analisi della prospettiva" costituiscono appendice ad un'opera (ad un ampio trattato) Analisi della spazialità e del tempo nelle opere d'arte figurativa, di cui ci occuperemo, via via, nelle pagine del blog. Contemporaneamente, ma sino al dicembre del 1921, insegnò all'Accademia teologica sulla collocazione storico-culturale e sui presupposti logici ed ecclesiastici della concezione del mondo. Di quegli incontri, scritti di suo pugno, sono stati pubblicati -dopo il crollo del comunismo- i testi.
Riteniamo di dover richiamare varie decine e decine di tematiche sia scientifiche che teologiche che potrebbero sembrare difficili da intendere e che invece, quel Leonardo del Novecento, ha reso accessibili a tutti.
= = =
Riflessioni
1) Sull'arte delle icone e non solo:
=Non si può concentrare il tempo in un punto, nondimeno l'arte si sforza, catturandolo sul piano visivo o "infilandolo" su un raggio visivo che si estende in profondità, di trasmettergli un'interezza visuale o di rovesciarlo lasciando il presente come presente e rendendo, per la coscienza visiva, il futuro come passato.
2) L'ecclesialità:
=Non esiste il concetto di ecclesialità, ma esiste l'ecclersialità stessa e per ogni membro vivo della Chiesa la vita ecclesiale è la cosa più certa e percepibile che egli conosca. Questa vita ecclesiale è attinta solo dalla vita, non dall'astrazione, né dal raziocinio. Se poi si devono applicarele dei concetti, i più appropriati saranno quelli biologici ed estetici, non quelli giuridici e archeologici. Che cos'è l'ecclesialità? E' una vita nuova, la vita nello spirito. Qual è il criterio che legittima questa vita? la bellezza.
Nessun commento:
Posta un commento