sabato 4 febbraio 2023

Il Cinquecento e il Feudalesimo. La Sicilia baronale

La già Cattedrale di Caltabellotta

qui, sul monte Gulea, meglio conosciuto
come il “Pizzo di Caltabellotta”,
il 31 agosto dell’anno 1302 si firmò
il trattato di pace in virtù del quale
Federico III venne riconosciuto
Re di Trinacria, con l’impegno a
convolare a nozze con Eleonora d’Angiò,
sorella di Roberto Re di Napoli, ponendo
 termine alla guerra del Vespro.
 
  All'interno della storia di Sicilia, quella che nel '500 entra nella modernità e che si consolida fino alla rivoluzione francese restando sempre e comunque "feudale",  la vicenda familiare dei Cardona, dei Gioeni e poi dei Colonna (i quali ultimi andranno incontro a quello che oggi diremmo un procedimento fallimentare al punto che i loro patrimoni verranno sottoposti ad amministrazione giudiziaria) è colta e assunta, come su un palcoscenico dei giochi dello scambio economico, dei rapporti familiari e interfamiliari, della stratificazione sociale, della gestione quotidiana del feudo (dei feudi), dell'azione di governo, nonché dell'evoluzione mentale e culturale, dei caratterei in movimento dell'intero Ancien Règime.

  Cosà vuol dire quanto sopra, ai fini delle vicende storiche localistiche, della realtà di Kundisa ?

   Che per capire la vicenda storica del Cinquecento, Seicento e Settecento di un centro interno della Sicilia feudale (come era Contessa di allora) più che cercare all'interno della comunità locale (esercizio comunque utile)  sono state le famiglie aristocratiche sopra ricordate e il grande ruolo assegnato ai loro apparati amministrativi e religiosi, fatti arrivare -nel caso specifico di Contessa- dal messinese, ad imporsi come tema centrale locale. Di fatto, sono stati in via di fatto gli apparati insediati localmente a proporsi come punto di osservazione privilegiato per chiunque fosse interessato alla comprensione complessiva del sistema socio/economico del tempo.

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