mercoledì 11 gennaio 2023

Storia Culturale

 


L'esistenza, la censura e l'apertura verso ..(16)

La tradizionale censura delle passioni si fece sempre più rara in quel Rinascimento europeo fra il 1500-1600. Si assistette alla graduale liberazione dei sensi e dell'immaginazione che spinse con sé alla fioritura  delle arti visive, della pittura e della prospettiva. Crebbero le visioni mistiche e la letteratura.

Shakespeare ne la Tempesta trasforma le persone per ridurle in schiavitù; e nel Sogno di una notte di mezza estate non esita all'uso dell'ambiguità:

Il lunatico, l'innamorato e il poeta,

sol di fantasia son composti.

 Nei cori dell'Enrico V  si avvalse dell'immaginazione nei cori che invitano il pubblico a "immaginare"  scene o avvenimenti lontani dal palcoscenico.

Nell'ozio  Montaigne scoprì i piaceri dell'immaginazione. E cominciarono ad essere celebrati i piaceri dell'udito con l'avanzare delle conquiste in campo musicale. Merito riportarono alcuni autori dell'importanza che i protestanti attribuiscono all'ascolto della Parola. Si sosteneva che l'udito era superiore alla vista perchè il primo penetrava nel profondo fino ad arrivare al cuore.

L'orecchio venne ritenuto più importante dell'occhio soprattutto nei teatri perchè si diceva che gli spettatori  andavano ad ascoltare, non a vedere l'opera.

I musicologi fiorentini studiarono i testi musicali antichi sviluppando una nuova concezione teorica della musica. La musica doveva costituire un rimedio indicato per la malinconia e, per Monteverdi, doveva puntare a mettere in moto le passioni. Nei balletti la musica si combinava con la danza, come dire che l'elemento sonoro si combinava con quello visivo.

Hooker elogiò la musica come "cosa che delizia ogni età e conviene a ogni condizione, adatta nel dolore come nella gioia".

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