lunedì 16 gennaio 2023

IL NOVECENTO = Il secolo dell'ottimismo, del grande sviluppo e pure di due guerre mondiali (12)

 E si corre verso la prima guerra mondiale

 Sul Novecento non stiamo procedendo in ordine cronologico nell'esposizione dei fatti. Stiamo infatti rincorrendo fatti che ci vengono richiamati dall'attualità o da interessi del momento. Solamente la Storia sul periodo fascista ci siamo proposti, all'interno di questo calderone di vicende novecentesche, di svilupparla con un qualche ordine cronologico.

  Non passa lo Straniero

Due colpi di pistola, a Sarajevo, sparati da uno studente (Gavrilo Princip) uccidono l'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria e la moglie, ed in quel 28 giugno 1914, era una domenica,  va via pure la "belle epoque". 

L'aiutante di campo dell'Imperatore va a dare la notizia all'Imperatore Francesco Giuseppe che commenta: "E' orribile: a questo mondo proprio nulla mi è risparmiato"

La foto riprende alcuni soldati italiani feriti in
attesa di essere evacuati da Caporetto, e profughi
 civili in fuga con le loro masserizie, dopo la
disfatta di Caporetto.


E fu la prima guerra mondiale che creò immediatamente una situazione politica più che complessa. Il conflitto che scoppia sarà mondiale perché intervengono il Giappone e gli Stati Uniti e durerà cinquantuno mesi durante i quali moriranno milioni di uomini e che aprirà alla sua conclusione una nuova era.

Fu definita la "grande guerra"; a confronto veniva considerata piccola vicenda l'impresa di Napoleone (un secolo prima) nelle steppe russe seguito da 600mila uomini.

Il pretesto della guerra fu l'uccisione del pretendente al trono austroungarico ad opera di anarchici bosniaci. Ma subito intervenne a favore dei bosniaci la Russia (forte dell'alleanza con la Francia) e la Germania a sostegno dell'Austria. La Gran Bretagna non perde tempo a sostenere il Belgio le cui frontiere erano state violate dai tedeschi. Sembrò una corsa a cercare il "pretesto" per esserci.

In Italia la decisione di entrare in guerra fu piuttosto travagliata. Giolitti, contrario all'intervento in guerra, in una dichiarazione al direttore del giornale dei liberali italiani, La Tribuna, ancora il 18 maggio del 1915 dice: "Ormai il fosso è saltato e non dubito che il Paese e l'esercito faranno tutto il loro dovere. La prova sarà aspra e lunga; e gli uomini che l'hanno provocata a cuor leggero andranno incontro a molte delusioni. Salandra venne da me, e si mostrò d'accordo con me in tutto. Mi assicurà che che il governo avrebbe perseverato nei negoziati senza lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà inerenti la questione. Non mi nascose che Sonnino gli pareva propenso alla guerra; ma egli l'avrebbe trattenuto. E' stato tutto un inganno".

(Segue)

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A Contessa come fu presa la notizia

sulla guerra?

Il gruppo dirigente locale era composto dal gruppo ristretto di alcuni (non tutti) sacerdoti, impiegati comunale ed insegnanti che si schierarono quasi compatti in favore della guerra e di conseguenza in quella direzione influenzarono l'opinione pubblica da loro controllata. Altri, pochi avversarono l'iniziativa o si mostrarono indifferenti. I familiari e le persone vicine a costoro, in età  utile a svolgere il militare, furono i primi ad essere chiamati alle armi, al fronte. A nulla serviva lasciare a casa moglie e cinque figli.

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