lunedì 23 gennaio 2023

Capita

Così,  in una lettera sul giornale in cui scrive (Il Corriere), Aldo Cazzullo  replica ad un lettore che aveva evidenziato come a Castelvetrano ad una manifestazione sulla cattura del boss Messina Denaro, la cittadinanza ha risposto con solamente 24 presenti.

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Non ho mai creduto alle generalizzazioni. Ci sono siciliani dagli occhi scuri come carbone e altri dagli occhi cerulei, come gli antenati arabi e normanni da cui discendono. Allo stesso modo, ci sono piemontesi estroversi e spiritosi e altri chiusi che prendono tutto sul serio, e pure piemontesi in cui convivono entrambe le nature a seconda dell’umore e delle circostanze. Ciò premesso, qualsiasi discorso pubblico sul Sud è diventato ormai impossibile. Anche solo citare le statistiche che purtroppo vedono il nostro Sud agli ultimi posti in Europa, dall’indice di lettura a quello di occupazione, è impossibile perché subito ti additano come nordista, razzista, antimeridionale. Ed è perfettamente inutile rispondere che si critica quel che si ama, che la premessa di qualsiasi cambiamento è riconoscere che occorre un cambiamento. Oltretutto pure in Sicilia ha attecchito il discorso neoborbonico, che non è folklore ma un potentissimo diversivo: la colpa dei mali del Sud è del Nord; quindi il Sud non ci può fare nulla. Lei mi dirà: un siciliano neoborbonico è un ossimoro, come ghiaccio bollente o deserto innevato; i siciliani furono sempre ribelli ai Borbone, la prima città italiana a insorgere nel fatidico 1848 fu Messina, domata a cannonate, non a caso Garibaldi sbarcò a Marsala e con mille volontari fece crollare un Regno plurisecolare; ma la razionalità non può nulla contro il sentimento. Mettiamola così: la Sicilia è forse il posto più bello d’Italia, quindi del mondo; ha templi greci che neanche in Grecia, mosaici bizantini che neanche a Bisanzio, mari caldi da Pasqua a Natale; puntando su lavoro e legalità, ha un potenziale di sviluppo immenso. I 24 di Castelvetrano sono semi che fioriranno. Dipende solo da loro, quindi da noi; perché in Sicilia nessuno, arabo o normanno che sia, è un forestiero.

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Che dire?

Che forse in noi siciliani esiste una sorta di sudditanza psicologica, che ormai è diventata mentalità diffusa? un'abitudine capace di demolire, ignorare ... il ventaglio delle libertà garantiteci dalla Costituzione?

Sandro Luporini, pittore, paroliere e scrittore, in una canzone -a suo tempo- scritta per Giorgio Gaber sostenne: "La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipsazione". Più recentemente Corrado Augias, giornalista e scrittore, ha aggiunto: "Partecipazione, solidarietà, sentimento collettivo d'appartenenza, la possibilità di tenere a bada, insieme, l'arroganza criminale e la licenza irresponsabile. Dove la partecipazione manca, in genere vincono i lupi".

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