sabato 14 gennaio 2023

Capita

E siamo alla Prima Repubblica?

 E non c'è voluto molto tempo per assistere agli spettacoli messi in scena in area governativa.

 Il caro benzina e le nomine di primavera sono pure e semplici occasioni. Infatti ogni tema che deve (dovrebbe) rientrare nell'agenda di un governo dei giorni nostri (le armi all’Ucraina, il futuro delle aree pubbliche balneari,  l’elezione dei membri del Csm ... ) sono oggetto di dichiarazioni in controtendenza rispetto a quanto in precedenza sostenuto da Palazzo Chigi. Il metodo cambia e va dai sussurri alle grida, ma sempre per fare controcanto a quanto comunica Palazzo Chigi.

 Per fare un esempio di queste ore, di ieri: Per la presidenza del Consiglio la parola d’ordine è «niente retromarce», sull’emergenza carburanti, e subito Forza Italia e Lega aprino una breccia, che ha incrina la parola della Meloni

 Il decreto «trasparenza» del 10 gennaio, in meno di due giorni appena dal via libera, è stato -a gran galoppo- ritoccato, formalmente durante la riunione dell'immediato Consiglio 

I vertici di Forza Italia e Lega, quasi in sintonia, fanno sapere: «decidono tutto loro». Loro sarebbero Meloni e Giuorgetti.


 Conclusione: A poche settimana dall'insediamento del governo la confusione nell'alleanza di governo rievoca, in chi ha memoria, i ricordi dei quadri-partiti e dei penta-partiti della Prima Repubblica.

 La gente si accorge, anche chi non mastica di politica, che la Meloni in tv loda la «grande coesione» della squadra di governo e subito dopo pochi minuti arrivano, in fila, le dichiarazioni che mostrano le  crepe dell'alleanza di governo per bocca leghista o di Forza Italia.

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