lunedì 26 dicembre 2022

Storia Culturale


 Fare cultura(6) 

Le Università e le Accademie nel Cinquecento mantennero l'unità culturale dell'Europa
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Le Università cinquecentesche continuarono in grande prevalenza ad insegnare in latino e come da secoli era avvenuto mantennero l'impronta di "comunità internazionali" di professori e studenti. 
L'Università di Padova fu nella seconda metà del '500, in stragrande maggioranza, frequentata -con disappunto del Papato- da oltre seimila tedeschi, tanti inglesi e gruppi di greci ed ebrei. Rimase per parecchio tempo ancora una Università prestigiosa e soprattutto cosmopolita in quanto la Repubblica di Venezia si fece carico di garantire la sua assoluta neutralità rispetto alla frattura cattolico-protestante che interessò l'Europa Occidentale proprio in quel periodo.
Nello stesso periodo l'Università di Parigi iniziò la sua significativa espansione, come pure Oxford e Cambrige. Queste ultime si posero fra gli obiettivi, fra altri, di creare cultura e formare clero protestante.
Un campo di studi in espansione fu nel Cinquecento quello del "diritto". E se Padova mantenne la neutralità sulle tematiche cattolici/protestanti, nei Paesi Bassi sorsero nuove sedi che propendevano per il protestantesimo, e per gli studi di ingegneria e delle discipline innovative.

In Italia e Spagna l'ordine gesuitico -in particolare- si insinuò nelle Università ed in particolare nelle facoltà teologiche, provocando reazioni antigesuitiche da parte di altri ordini, pure essi cattolici, come avvenne a Lovanio. D'altrone fu in quella seconda metà del Cinquecento che gran parte delle Università cominciarono a transitare dall'orbita della Chiesa Cattolica a quella degli Stati, favoriti questi -nell'intromettersi- dalle situazioni finanziarie che cominciarono ad insorgere nelle gestioni.

 Quello fu anche il periodo in cui si cominciò a parlare di "riforma" delle Università, stante che dalle tante fonti politiche/religiose interessate a controllarne le "tendenze culturali"  veniva insinuato che esse licenziassero -immettessero nella società-  individui ignoranti, soprattutto in materia di Scritture.

 Nuova visione della vita immanentista, 

antropo-centrica ed individualista in 

contrapposizione a quella medievale trascendentista.


Il clima di malcontento sulla conduzione delle Università spinse al formarsi, al loro esterno, di circoli di uomini uniti da interessi intellettuali comuni. Uno di questi centri informali fu quello che coinvolse figure come Paolo Sarpi,  Galileo Galilei, Giordano Bruno ... tutti interessati alla comprensione della verità.
 Rilievo assunse l'Accademia dei Lincei, fondata a Roma nel 1603 per discutere di matematica e scienza sperimentale. A questa aderì, nel 1601, lo stesso Galileo. Lo Statuto stabiliva: " .. sarà l'Accademia dè Lincei una congregazione, un seminario, un ridotto o vera ritirata di professori, scrittori e sperimentatori in filosofia o vero ritirata di professori, scrittori e sperimentatori in filosofia e matematica particolarmente, né però senza l'ornamento di filologia (...) coltivando particolarmente questi due gran campi delle filosofiche e matematiche dottrine et ornandosi delle filologiche e poetiche erudizioni".
  L'Accademia della Crusca -a Firenze- pubblicò nel 1612  il primo dizionario di lingua volgare.
  A Venezia l'Accademia degli Incogniti, fondata nel 1630, raccolse molti intellettuali che indicevano frequenti "dibattiti". Essa ebbe un ruolo rilevante nella nascita dell'opera e poi nella fondazione del teatro operistico di Venezia. 

  Sulla scia di quanto accaduto in Italia in tutta Europa sorsero altre Accademie e Centri con il fine di elevare il livello delle arti.
(Segue)

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