venerdì 30 dicembre 2022

Storia Culturale



 Come veniva letta l'esistenza (8)

Ancora verso la liberazione dell'Io

Al tramonto del Medio Evo e ancora all'alba della modernità si fronteggiavano in Occidente due movimenti e due concezioni tradizionale sulla persona umana, sull'Io. 
Il "nominalismo", che era la corrente dominante della scolastica secondo cui agli esseri umani era concesso conoscere solamente ciò che è accessibile ai sensi e poi nient'altro se non ciò che rivelano le Scritture cristiane, accessibili attraverso la fede.

L'altro movimento "agostinismo" che era emanazione più della retorica che del razionalismo filosofico che aveva alimentato l'umanesimo dall'epoca di Petrarca. Secondo sant'Agostino e i suoi discepoli del periodo rinascimentale le aree cruciali dell'essere umano eranoa) gli affetti, b) la volontà. Entrambi non si rifacevano alla ragione  bensì al cuore. Si trattò di un pensiero, quello agostiniano, che produsse la disintegrazione delle visioni gerarchiche del pensiero e portò alla considerazione rinascimentale per la retorica, il biblicismo, attenzione al tempo, al mutamento, alla storia, all'azione e alla responsabilità sociale. 
Se Aristotele aveva influito sulla vita intellettuale per tutto il Medioevo,  Agostino influenzò, indirettamente, la cultura europea per tutto il Seicento. Egli nella comprensione dell'Io puntava sul rapporto individuale con Dio agevolando il passaggio graduale dall'autorità di Aristotele a quella della Bibbia.
Non mancarono ovviamente circoli che continuavano a sviluppare  visioni tradizionali, considerate dedite a fatti scientifici.
Il Rinascimento coltivò comunque diverse visioni e concezioni sulla ragione da un lato e  sul cuore dall'altro.

Col riferimento al cuore furono in tanti ad alimentare nuove concezioni sull'Io, visto quale sede sia del peccato che del pentimento (Johann Arndt: teologo e mistico pietista - 1555 – 1621); per Francesco di Sales, vescovo (1567-1622), il cuore era "la fonte di tutte le nostre azioni". Per Pascal matematico (1623-1662), fisico, inventore, filosofo e scrittore cattolico "il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce". Mentre per Richard  Hooker (1554-1600),  teologo e presbitero, "Quello che mi propongo è di risolvere la coscienza e dimostrare per quanto posso quello che in questa controversia il cuore deve pensare, se vuole seguire la luce di un giudizio sano e sincero".
(Segue)

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