mercoledì 28 dicembre 2022

Storia Culturale




 Fare Cultura (7)
Il ruolo della Stampa

L'umanista tedesco Conrad Celtis (1459 – 1508)  nel celebrare la cultura tedesca individuò nel crescente uso della stampa la strada della diffusione e soprattutto dell'unità culturale europea. Le tipografie di tutta Europa, da Venezia a Praga,  da Basilea a Lione iniziarono a produrre libri per mercati che ormai erano diventati continentali e che venivano publicizzati alle fiere internazionali. Francoforte già da allora si affermò come la "capitale del libro".

L'accrescita alfabetizzazione della gente fece sì che la pubblicazione dei libri divenne attività imprenditoriale, redditizia e diffusa: dall'introduzione del torchio tipografico (1450) alla fine del Cinquecento furono già pubblicati e diffusi oltre ventottomila titoli. Le tirature medie erano di cinquemila copie. 
Le opere degli antichi (greci, romani ..) vennero tradotte nelle differenti lingue nazionali, dando così diffusione alla cultura classica.
Montaigne, che non conosceva il greco, ebbe a scrivere : " noi ignoranti saremmo stati perduti (...)  grazie a esso ora osiamo conoscere, parlare e scrivere; le signore ne fanno guida per i maestri di scuola; è il nostro breviario". 
Cervantes potè leggere parecchi autori italiani, alcuni dei quali in traduzione spagnola, e il Don Chisciotte fu popolare in Inghilterra e in altri paesi.

Fra le conseguenze di questa rivoluzionaria novità:
=La disponibilità di libri in volgare portò alla mutuazione di parole ed espressioni da una lingua all'altra.  
=In tutti i paesi i libri che conoscevano la massima diffusione furono quelli religiosi.
=La stampa fu, nel contesto di quegli anni rinascimentali, strumento di confronto e scontro tra Riforma Protestante e Contro-Riforma romana.
= I governi dei vari paesi ritennero utile usare la stampa per diffondere le Raccolte di Statuti ed i Manuali di Diritto fino agli apparati di periferia dei loro stati.

 In buona conclusione: con la parola -scrisse Samuel Purchas, sacerdote e scrittore (1575-1626)- esprimiamo le nostre idee una volta, nel momento presente, per il presente, come le occasioni presenti ci muovono (e forse sconsideratamente ci trasportano): con la scrittura invece l'Uomo sembra immortale, dialoga e si consulta con i Patriarchi, i Profeti, gli Apostoli, i Padri, i Filosofi, gli Storici ed apprende la saggezza dei Sapienti che hanno vissuto in tutti i tempi che hanno preceduto; in traduzione o imparando le Lingue, in tutti i luoghi e Regioni del mondo; e, infine, in virtù dei propri scritti sopravvive a se stesso, rimane (litera scripta manet) attraverso i tempi Maestro e Consigliere fino all'ultimo degli uomini: allo stesso modo Dio si rivolge agli uomini, e nelle sue Sacre Scritture, come all'inizio nelle Tavole di Pietra, parla a tutti.

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