giovedì 29 dicembre 2022

Storia Culturale

 



Come veniva letta l'esistenza (8)

Verso la liberazione dell'Io

  Nel trascorso Medio Evo era stata recepita la visione del mondo dell'antichità classica, tutto iniziava da "cosmo", una creazione di Dio. L'ordine cosmica era, costituiva, l'assoluta perfezione di per sé, in esso tutto era organizzato in due parti: sopra i cieli e in basso la Terra. La disposizione dei corpi del cielo  era dipendente da una struttura gerarchica e si muoveva lungo cerchi perfetti e immodificabili. Ciò che si scostava da quella visione era una imperfezione. Oltre quelle orbite, sempre le stesse, c'erano le stelle, oltre ancora l'Empireo (il più esterno dei cieli e il solo immobile) dove risiedeva Dio.

Al di sotto di quanto trattegiato sopra stava l'epicentro universale dove tutto era imperfetto e mutevole e comprendeva la Luna (chiaramente -secondo quelle concezioni-) mutevole e la Terra a cui -come massima distanza dall'Empireo, seguiva solamente l'Inferno. La concezione dell'Universo che veniva fuori da quella concezione era di un Universo a forma di cono capovolto.

Si trattava -quindi- di un assetto dal significato sia fisico che spirituale e con situazioni che possono apparire "travagliate": 1) la Terra, luogo umile e piuttosto degradato, costituiva tuttavia il "centro", il "fulcro" delle energie  ed influenze spirituali dal momento che la Grazia divina era rivolta agli uomini, ai suoi abitanti, 2) i corpi celesti non erano inanimati in quanto riuscivano ad influenzare tutti gli avvenimenti della Terra. 3) L'intero assetto universale appariva ed era soggetto ad un notevole grado di "determinismo", e però esso era di facile comprensione per tutti gli uomini che nonostante gli spazi incommensurabili ne percepivano tratti tutti raffigurabili.

L'ordine dell'universo -come tratteggiato- costituiva il modello dell'ordine terrestre che si trattasse del piano etico che di quello della conoscenza. Sostanzialmente l'ordine di tutte le cose era fisso ed era "ideale" per ogni cosa e soprattutto per percepire il procedere del tempo e dei cambiamenti.

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  Ci proponiamo via via di cogliere quale fosse all'interno di quel contesto e di quella visione universale la concezione dell' -Io- di ciascun essere umano.

(Segue)

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