martedì 6 dicembre 2022

Riflessioni paesane

I luoghi di ritrovo

di Contessa Entellina

 Dall'inizio di Dicembre fino ai giorni di Carnevale a Contessa Entellina, ma ancora di più a Bisacquino e paesi limitrofi, nei locali pubblici (o semi-pubblici quali erano i circoli delle categorie lavorative o comunque ricreativi) si sperperavano, frequentemente, autentiche fortune in denaro col gioco delle carte (Baccarà=Gioco d'azzardo che si svolgeva tra un gestore del banco e un numero di giocatori, fino a 12 o forse più, con mazzi completi di 52 carte).

 Erano anni in cui il flusso migratorio (di fuga vera e proprio da Contessa) era agli inizi e le condizioni umane e sociali erano di spaventosa miseria, e tuttavia quei pochi risparmi accumulati in un anno venivano da alcuni (ma erano tanti) destinati alla passione per il gioco. I locali in genere erano adiacenti ai bar che stavano tutti in piazza o ad essa adiacenti. Si giocava pure nel circoli, allora numerosi, sempre situati in adiacenza alla piazza, ed erano espressione dei tanti allora partiti politici, e pure delle associazioni di categoria. La legge perseguiva, e lo fa tuttora, il gioco d'azzardo, pure i moralisti e soprattutto le mogli di quei giocatori, che rischiavano di vedersi vanificare sudati risparmi di un'intero anno di lavoro, provavano a far scoprire le bisca dalle forze dell'ordine. Eppure in quel periodo il "baccarà" imperversava. Ed effettivamente tanti perdevano la "testa" e sperperavano delle "fortune". Fortune che in quegli anni di grande miseria nell'interno della Sicilia costituivano insulti alla realtà umana.

 Va detto che nel periodo da noi ricordato pure nelle famiglie, nelle case allora quasi tutte di impronta contadina, si svolgevano giochi da tavolo fra gente del vicinato e/o parenti. Prevaleva la tombola, i dadi, gli scacchi; in questa diversa e di impronta  circostanza familiare le poste non erano ovviamente le autentiche "fortune"  che capitava invece disperdere nei "circoli" che stavano tutt'attorno alla piazza.

 Quei giochi d'azzardo, sebbene si svolgessero in stanze persino chiuse a chiave, al riparo da sguardi indiscreti, già il giorno seguente diventavano di dominio pubblico con nomi e cognomi di chi aveva perso "parecchio" e chi aveva vinto "sempre poco". 

 Erano anni di povertà diffusa e tuttavia  quelle serate/nottate creavano illusioni pur essendo associati ai vizi. Quello stile di vita, dal periodo pre-natalizio arrivava al "carnevale" succerssivo, era -come già ricordato- abituale in tutta l'area compresa fra Bisacquino, Contessa E. etc. e venne meno, diede la sensazione di sciogliersi, a cominciare dal massiccio flusso migratorio degli anni cinquanta del Novecento.

Ricordi da ragazzini 

Nessun commento:

Posta un commento