lunedì 5 dicembre 2022

Il Ventennio. 100 anni fa la manipolazione della nazione

Minimo compendio sulla Dittatura e 

sue propagini fino ai nostri giorni

 sfogliando il libro di Enzo Golino: 

Parola di Duce-Come si manipola una nazione

 007) 

Volendo parafrasare il titolo di un sacro testo dell'economia (Piero Sraffa), si può dire che la produzione di merci a mezzo di merci sta al consumo di beni così come la produzione di parole a mezzo di parole sta all'attività dei parlanti. Poiché la parola sta sul mercato per cause naturali ed è di tutti, analfabeti compresi, può essere utilizzata da tutti anche in modo fraudolento, assoldato come merceria, puntata come un missile contro l'avversario, sfruttata nella ricerca del consenso e per falsificare la realtà soprattutto in situazioni politiche dittatoriali. E a volte, le verità della finzione prevalgono sulle verità della storia.

 008)

La Storia è fatta di parole, quindi di racconto, interpretazioni, commento anche di testi orali e scritti che a loro volta raccontano, interpretano, commentano -o determinano- gli eventi?

La scrittura è da sempre fattore decisiva sia della storia che della finzione, produce ambiguità, menzogne. Quando la parola viene usata come ideologia in termini esclusivi di una parte "dispotica", diventa il cavallo di Troia di un disegno autoritario e di una pratica narrativa ad usum delphini. George Orwell (1903-1950) ci lasciò scritto: "nei regimi totalitari ci si aspetta che la gente abbia la memoria corta".

009) 

Sempre Orwell nel suo ultimo romanzo 1984 riporta uno scenario delle ancora possibili ulteriore società totalitarie, governate dal terrore grazie alla manipolazione del linguaggio: libri, giornali, documenti ufficiali vengono tutti ri-scritti per infrangere ogni possibile legame col passato. Linguisti sottomessi, impiegati nell'operazione di bonifica, hanno l'ordine di sopprimere tutti i vocaboli sgraditi al potere. Vecchie parole assumono nuovi significati. Egli per rimarcare le possibilità di un ritorno all'indietro immagina che un Ministero del Partito Interno possa arrivare a lanciare slogan del tipo "La guerra è pace", "La libertà è schiavitù" e "L'ignoranza è forza".

   E' veramente andata così col Fascismo e col Nazismo (senza ovviamente escludere lo Stalinismo)? Si. Loro obiettivo di partenza è sempre stato quello di ingannare le menti. Avremo modo di riportare episodi letti sui libri ed ascoltati da genitori e persone di Contessa E. inviati fino ai confini della Russia senza scarpe e abiti adeguati perchè dovevano stare ubidienti all'inganno e alla follia. Alla manipolazione del linguaggio.

Nessun commento:

Posta un commento