domenica 4 dicembre 2022

Alle radici del Cristianesimo


Appunti e riflessioni ripresi dalla bozza predisposta 
 

dalla Commissione intereparchiale in vista del Sinodo (2003) 

2. La SACRA SCRITTURA NELLA CHIESA LOCALE

Incontrare la Parola fatta carne a partire dalle "parole" della Bibbia

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Sacra Scrittura e predicazione 

14)  La Frequentazione orante degli Evangeli

Se è vero che non tutte le Scritture sono di facile accesso al singolo credente, crediamo che uno sforzo vada fatto per sottomettersi, mediante la lectio divina, alla mentalità globale della Bibbia.

La Tradizione, tuttabia, ha sempre accordato una particolare rilevanza ai testi dei santi Evangeli, i quali "possiedono una superiorità meritata, in quanto costituiscono la principale testimonianza relativa alla vita e alla dottrina del Verbo incarnato, nostro Salvatore". Le nostre comunità dovranno perciò impegnarsi a fondo perché la preghiera dei credenti si alimenti soprattutto all'inesauribile fonte dell' "Evangelo quadriforme".

I pastori si impegneranno inoltre ad educare i fedeli alla comprensione di quella "liturgia della Parola" che il singolo credente celebra nel proprio cuore grazie alla lectio divina, mostrandone l'intima relazione con la più completa "liturgia della Parola" che si celebra nel corpo di Cristo che è la Chiesa.Potrà essere utile in tal senso lo sviluppo, soprattutto nei tempi forti dell'anno liturgico, di lectio divine comunitarie.

Nella parrocchia si fissi un giorno settimanale, in orario che favorisca la partecipazione degli adulti, per una meditazione comunitaria, guidata dal parroco o dal diacono o da un catechista ben preparato, sulle letture proposte dalla Divina Liturgia della domenica successiva. I parrociu abbiano cura di insistere presso tutti i fedeli, e specialmente presso i giovani, sull'importanza e il frutto spirituale di una tale pratica, che promuove anche maggiore conoscenza e stima reciproca tra i fedeli, giovando non poco alla maturazione del senso della koinomia parrocchiale.

Tutti i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, i catechisti, considerino loro stretto dovere spirituale la frequentazione assidua della S. Scrittura, dedicando ad essa tutto il tempo necessario, possibilmente ogni giorno.

Sacra Scrittura e formazione del Clero

17) "Informe è il monaco che non ascolta la Parola"

Un padre del deserto ha scritto: "Informe è il monaco che non si da alla meditazione delle Scritture e all'adempimento dei comandi di Dio". Il fine dell'ascesi, comune a qualsiasi forma di vita religiosa, consiste per l'appunto nel lasciarsi plasmare anzitutto dalla Parola di Dio.

D'altronde questo primato è stato sottolineato da Gesù stesso, che ha giustificato il celibato di alcuni tra i suoi discepoli dicendo che "ad alcuni è stato concesso di 'fare spazio' alla Parola" al punto da rinunciare al matrimonio per essere dediti fondamentalmente ad essa (cfr. Mt 19,12). Per coloro che sono investiti di tale carisma, l'assiduità con la Parola del Signore diventa un comandamento:  "Chi può fare spazio, faccia spazio" (Mt 19,12).

18) "La Parola criterio di discernimento e di guida dei carismi"

La Parola di Dio contenuta nelle scritture e celebrata nella Liturgia della Chiesa è dunque fondamento ultimo di ogni forma religiosa, il criterio al quale sia i religiosi contemplativi, sia quelli di vita attiva, sia quelli di vita diaconale sono costantemente rimandati per discernere lo specifico della loro vocazione e compaginare i loro carismi con quelli dell'intero Corpo di Cristo. In tal modo, tra l'altro, le nostre comunità saranno rimandate a riscoprire la profonda unità di tutta la vita religiosa, così cara alla tradizione d'Oriente. E saranno guidate a ricentrarsi sull'essenziale: la vita religiosa, infatti non inventa la Liturgia, ma la riceve dalla Tradizione e la vive in modo esemplare a beneficio di tutta la Chiesa.

19) Sacra Scrittura e catechesi

Se la liturgia, celebrazione comunitaria della Parola di Dio, è la forma fondamentale della preghiera comunitaria, e la lectio divina della preghiera personale, diventa fondamentale incentrare la formazione non solo dei ministri ordinati, ma anche dei loro collkaboratori più vicini, i catechisti, sulla conoscenza e l'amore per le Sacre Scritture.

I parroci considerino loro specifico dovere verificare la preparazione biblica dei catechisti ed aiutarli ad acquisirla più in profondità, sia organizzando appositi corsi in parrocchia, sia inviando periodicamente i singoli catechisti ai corsi di lectio divina.

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Quale chiesa ha un futuro


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La pensava così ...                                                              =  =  =  =

La chiesa ha un futuro nel terzo millennio a partire da quattro condizioni:

1. Essa non deve volgersi all'indietro, verso il Medioevo, verso i tempi della Controriforma o anche quelli dell'Illuminismo; deve piuttosto essere una chiesa orientata alle origini cristiane e concentrata sui doveri posti dal presente.

2. Non deve essere patriarcale, fissa su un'immagine stereotipata della donna, su un linguaggio esclusivamente maschile e su determinati ruoli di genere. Deve essere una chiesa di partecipazione, che sappia combinare uffici e carismi, accettando le donne in ogni ministero.

3. Non deve essere strettamente confessionale: nessun esclusivismo di confessione, nessuna arroganza di ministero e nessun rifiuto comunitario. Piuttosto una chiesa ecumenicamente aperta, che pratichi l'ecumenismo, che sappia parlare e agire in modo ecumenico con, per esempio, il riconoscimento dei ministri, l'abolizione di tutte le scomuniche e una completa società eucaristica.

Hans Kung

Teologo, presbitero e saggista. Oltre ad essersi dedicato allo studio della storia delle religioni, in particolare quelle abramitiche, Küng era noto internazionalmente soprattutto per le sue posizioni in campo teologico e morale, spesso critiche verso la dottrina della Chiesa cattolica.

1928 - 2021

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