sabato 8 ottobre 2022

Gli Italiani Deportati. Per essi una legge di riconoscimento e di memoria

 Dal Corriere della Sera abbiamo estrapolato la seguente lettera che,

nel contenuto, coinvolge alcune decine di contessioti, la maggior parte dei quali mai tornati dalla "deportazione".

Storia

«Gli internati italiani non sono stati dimenticati»

Caro Aldo, il lettore Romano Corradetti ha scritto (Corriere, 4 ottobre) per ricordare il padre, militare italiano deportato dai nazisti in un campo di prigionia in Germania per aver rifiutato la repubblica di Salò insieme ad altre centinaia di migliaia di soldati e ufficiali italiani. Il lettore si chiede e le chiede come mai non ci sia una legge della memoria per questo grande evento di fedeltà all’Italia. 

Vorrei fargli notare che in entrambi gli articoli della legge sul Giorno della Memoria della Shoah, due distinti paragrafi, degli articoli 1 e 2, ricordano i militari italiani dei campi e chiedono per essi lo stesso onore e ricordo. E precisamente nell’articolo 1 si legge: «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati». 
Inoltre nell’articolo 2 è scritto: «In occasione del “Giorno della Memoria”... sono organizzate cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole..., su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese...». 
Credo che sarà importante saperlo per il lettore Corradetti.
Furio Colombo

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