Campagna elettorale avvelenata
Mario Draghi, ieri, al termine della seduta del Consiglio dei Ministri:
«La democrazia italiana è forte, non si fa battere da nemici esterni e dai loro pupazzi prezzolati».
«Dobbiamo essere fiduciosi nella nostra democrazia e non bisogna avere timore delle voci»
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Nel giro di quarantotto ore il partito di Matteo Salvini non ha votato il mappamento delle concessioni pubbliche di cui era stato paladino mentre il presidente del Consiglio sferza i leghisti soprattutto sull’atteggiamento riguardo alla guerra in Ucraina.
Il segretario leghista all’inizio si limita a un tweet breve e tagliente senza destinatari precisi: «Dopo fango, insinuazioni e attacchi vergognosi, ora mi aspetto delle scuse».
Parlando a Catania Salvini: «La Lega ha sempre sostenuto le sanzioni. La notizia di oggi è che i giornali e politici di sinistra hanno chiacchierato per una settimana di fondi russi che non ci sono». Ed ancora «Abbiamo scoperto che la Russia in Italia non ha pagato nessuno, non ha comprato nessuno, non influendo nelle elezioni passate, presenti e future. Quindi viva l’Italia e viva gli italiani».
«Io rispondo solo e soltanto agli italiani difendendo il popolo ucraino aggredito ma certo non possono essere gli operai e i lavoratori italiani e gli imprenditori a pagare le sanzioni per tutti».
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