domenica 24 luglio 2022

Sicilia dei viaggiatori. Dal Barocco al Novecento (1d)

  LUOGHI CELEBRI E CARATTERI DEI SICILIANI

di

Patrick Brydone

Scienziato, militare e viaggiatore scozzese. La sua unica opera letteraria, Viaggio in Sicilia e a Malta, è una delle principali opere che riguardano il Grand Tour e la prima in assoluto a proposito della Sicilia.
 Nascita5 gennaio 1736, Coldingham, Regno Unito 
Morte1819, Berwickshire
Nota: come già fatto per i precedenti autori del Grand Tour della Sicilia, frazioneremo pure l'Opera di Brydone in più puntate.
Il testo che proponiamo è sostanzialmente un romanzo epistolare, composto da lettere (fittizie) che l’autore avrebbe mandato a William Beckford di Somerley. In realtà, è una rielaborazione degli appunti del viaggio compiuto realmente dallo scienziato scozzese in Sicilia e a Malta tra il 15 maggio e il 29 luglio 1770.

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I banditi ed il corpo di guardia

(...) Siamo appena tornati dalla visita al principe. Ci ha ricevuti cortesemente, ma con molto cerimoniale. Siccome qui non si affittano carrozze, mise a nostra disposizione le sue, e con i soliti convenevoli ci chiese in che cosa poteva esserci utile. Gli rispondemmo (scusandoci assai per la nostra brusca partenza) che eravamo obbligati a ripartire l'indomani, e lo pregammo di concederci  la sua protezione per il viaggio. Replicò che avrebbe dato ordini che fossimo scortati da alcune guardie che sarebbero state responsabili  di tutto; che non dovevamo disturbarci oltre, e che i muli di cui avevamo bisogno sarebbero stati pronti alla porta  dell'albergo all'ora che ci sarebbe piaciuto di fissare. Aggiunse che potevamo fare il più assoluto affidamento sulle sue guardie, gente risolutissima e della più provata fedeltà, che non avrebbe mancato di punire seduta stante chiunque avesse osato farci delle prepotenze.

Ora, da chi pensi che fosse composto questo fidato corpo di guardia? Te lo dirò io; dai più arditi ed incalliti furfanti che esistano sulla faccia della terra. In un altro paese sarebbero già stati messi al supplizio della ruota o appesi in catene; qui invece sono pubblicamente protetti e universalmente temuti e rispettati. Era di questo corpo di polizia siciliano che non osavo darti conto; ma ora ne ho parlato con la gente  del principe, e ogni singolo particolare fornitomi da Mr. M... mi è stato confermato.

Egli mi ha raccontato che in questa parte orientale dell'Isola , chiamata Val Demone (dai diavoli che si suppone abitino l'Etna) , non è mai stato possibile eliminare i banditi: nella montagna c'è un'infinità di caverne e passaggi sotterranei da cui nessuna truppa potrebbe snidarli. Di conseguenza, conoscendo la loro inesorabile risolutezza a vendicarsi in modo terribile di tutti coloro che li abbiano offesi o danneggiati, il principe di Villa Franca ha adottato nei loro confronti la politica che gli è parsa la più sicura ma anche la più saggia, di diventare cioè il loro dichiarato patrono e protettore. In grazia sua, chi di loro giudichi conveniente abbandonare , sia pure temporaneamente, i monti e le foreste, è sicuro di ricevere appoggio e immunità finché presta servizio: questa gente gode allora della più illimitata fiducia , e finora non è mai successo che ne abbia fatto uso disonesto o sconveniente. Indossano la livrea del principe, gialla e verde con ricami d'argento, e portano anche un distintivo dell'inclito corpo a cui appartengono , che conferisce loro di diritto il timoroso rispetto di tutti.

Sono stato interrotto proprio ora da uno dei camerieri del principe, che sia per l'aspetto che per il modo di esprimersi ha tutta l'aria di appartenere alla stessa stimabile confraternita. Ci informa di avere dato ordine ai mulattieri di tenersi pronti allo spuntare del giorno, pena un severo castigo: noi poi si poteva naturalmente partire quando ci pareva, ma era loro dovere rimanere  a disposizione delle "nostre eccellenze". Continua dicendo di avere dato ordini di scortarci ai due più terribili figure di tutta l'isola; e aggiunge, quasi in un bisbiglio, che non è il caso che nutriamo alcuna apprensione, perché se qualcuno osasse estorcerci un solo baiocco, quei due lì lo ucciderebbero senza fallo. Gli diedi un'oncia, che sapevo essere quanto si aspettava, dopo di ché raddoppio gli inchini e le "eccellenze", dichiarando che eravamo i più "onorabili signori" che avesse mai incontrato, e che se lo gradivamo sarebbe stato onorato di scortarci personalmente, e avrebbe punito osasse sbarrarci il passo o arrecarci la benché minima offesa. Lo abbiamo ringraziato per il suo zelo e gli abbiamo fatto vedere che per difenderci non ci mancavano le spade. Allora si è ritirato, con molti rispettosi inchini.

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