venerdì 1 luglio 2022

Potere temporale. La Chiesa in Italia

Lo Stato Pontificio, detto anche Stato Ecclesiastico o Patrimonio di San Pietro (Stato della Chiesa fu il suo nome ufficiale fino al 1815), fu l'entità statuale costituita dall'insieme dei territori su cui la Santa Sede esercitò il proprio potere temporale dal 756 al 1870, ovvero per più di un millennio. 

La fine del potere temporale

Dal 1860, dopo l'intervento dei soldati piemontesi che, a Castelfidardo, sconfissero l'esercito pontificio, lo Stato della Chiesa si era ridotto all'attuale Lazio (meno la provincia di Rieti).

Gli storici sono concordi nel rilevare che la progressiva perdita del potere temporale da parte del Papa e conseguentemente della Chiesa andò coincidendo col rafforzamento con l'ufficio del Pontefice all'interno della Chiesa. Non è comunque da pensare che la Chiesa, il Pontefice e la realtà cattolica dell'epoca stettero con le mani in mano.. No!

Pio IX sollecitò la convocazione di un Concilio che decidesse, nell'ottica di rafforzare l'ufficio del Pontefice,  situazione che poi avvenne con la proclamazione solenne dell'infallibilità del Papa. Nonostante tanti, ed autorevoli cardinali fossero contrari all'infallibilità, nel corso del Concilio apertosi nel 1869,  il 18 luglio 1970, fu proclamata "verità di Fede" l'infallibilità dell'insegnamento papale in ambito dottrinale e morale.

Non vollero aderire al "rafforzamento" del ruolo papale alcune minoranze di vescovi svizzeri, tedeschi ed austriaci che crearono la "Chiesa dei vecchi cattolici".

Lo scoppio della guerra fra Prussia e Francia costrinse quest'ultima a ritirare le consistenti truppe che da anni sostavano a supporto dei Pontefici e fu, quello, il momento di impegno ed opportuno dal punto di vista politico perché il giovane Stato italiano approfittasse per muovere iniziali passi diplomatici e convincere il Papa a vedere annesso anche il Lazio al resto dell'Italia. Pio IX fu ostinatissimo nel non voler riconoscere le pretese "patriottiche" ed il 20 Settembre 1870 le truppe italiane invasero la città eterna.

Pio IX si autodichiarò "prigioniero dell'Italia" e non intese mai trattare nuovi assetti geo-politici. Lo Stato italiano da parte sua si impegnò a tutelare l'esercizio del ministero spirituale del Papa (legge delle guarentigie del 13 maggio 1871). 

La Penitenziaria apostolica -di contro- nel 1871 ed ancora nel 1874 con il  non expedit invitò gli italiani a non partecipare alle elezioni del Paese per non legittimare le "usurpazioni" ai danni della Chiesa.

La politica di reciproco disconoscimento favorì il "superamento" della condizione dell'Italia paese cattolico. Con la legislazione eversiva varata in quegli anni '70 dell'Ottocento  (1873) fu infatti disposta:

--la soppressione degli ordini regolari, delle corporazioni religiose, e di gran parte delle confraternite laicali;

--l'incameramento dei patrimoni immensi di quegli ordini (si pensi a quanto accaduto con Santa Maria del Bosco) e l'attribuzione di quei beni al demanio dello Stato;

--l'abolizione di tutte le facoltà di teologia delle Università italiane. Questa ultima decisione condusse, da allora, la cultura laica italiana al disinteresse quasi generalizzato nei confronti del dibattito teologico, divenuto -diversamente di quanto capita ancora oggi in altri paesi- esclusivo appannaggio del clero.

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