giovedì 9 giugno 2022

Sicilia dei viaggiatori. Dal Barocco al Novecento (2)

La descrizione della Palermo seicentesca (II parte)
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Per leggere la prima parte pigia q u i
Albert Jouvin de Rochefort 
è stato un cartografo francese.
Lo spazio barocco: Palermo come Madrid
Le abitudini negli alberghi


Siamo giunti alla Porta a Mare, da considerarsi come un vero e proprio arco di trionfo per la sua altezza, la sua architettura e le sue statue che rappresentano, in marmo e a grandezza naturale come altrettanto trofei, i diversi Re di Spagna. Quel che più mi ha incantato è stato il poter scorgere lungo tutto il percorso, attraverso questo grande arco di trionfo, il mare aperto,  una straordinaria  prospettiva ancor più godibile in quanto simile ad un gran canale. Vi si passeggia con continuo piacere anche perché subito dopo si apre una piazza assai ampia, che continua in gran lungomare lastricato con pietre da taglio arricchito da diverse fontane, che si estende per tutta la larghezza della città, dalla quale è separato dalle mura e da altre fortificazioni. Si accede poi in un bel viale alberato, somigliante alla Lameda di Siviglia, perché serve anch'esso da corso alle carrozze che, dopo aver percorso la lunga strada del Cassaro, entrano alla Marina, girano lungo le mura cittadine e, proseguendo, giungono attraverso esso al convento di S. Antonio di Padova, sempre molto frequentato durante l'Officio grazie alle numerose indulgenze concesse dal Papa. Sono molto famosi i suoi chioschi per i loro affreschi ed i suoi giardini per la bontà della loro frutta.

Prospetto Chiesa dei Gesuiti
Da qui si rientra in città attraverso la Porta della strada nuova che incrocia il Cassaro; percorrendola abbiamo notato, un pò oltre il suo lato destro, la chiesa dei PP. Gesuiti, entrando nella quale siamo stati subito colpiti dallo splendore delle sue meraviglie che non possono certo essere contemplate senza infinita ammirazione, sia per l'architettura così ben progettata ed ancor meglio costruita, che per l'insieme dei dipinti, delle sculture e delle altre preziose ricchezze ivi profuse; ma soprattutto per le sue colonne che sono come tappezzate di marmo, di porfido, di diaspro di Sicilia, di Corsergue e di altre pietre lavorate a figure di leoni, di uccelli e di fiori, in cui sono incastonate altre pietre rare, cosicché non si potrebbe vagheggiare né immaginare niente di più bello. Abbiamo avuto modo di ammirare all'interno della nave le cappelle, adorne dio squisite pitture e di sculture di bassorilievo, che sono altrettanti capolavori: risultano in particolare quelle affiancate all'altare maggiore, circondato da un elegante balaustra, ai due lati le belle colonne sono intervallate da varie statue, tra cui quelle dio sant'Ignazio e di San Francesco Saverio, scolpite in un marmo siciliano dei più pregevoli. Nè si può tacere del pavimento, da poter confrontare solo ad un tappeto orientale della Turchia. In una parola questa chiesa supera in bellezza tutte quelle da me visitate in Italia, e forse in Europa, senza eccentuare la cappella dedicata a San Lorenzo a Firenze.

Interno della Chiesa dei Gesuiti
-Palermo-
Non avrei potuto esprimermi diversamente, avendo qui voluto descrivere la quantità dei palazzi, la magnificenza delle chiese, il cui gran numero nulla toglie al loro splendore ed alla loro bellezza, le grandi vie, le piazze, i mercati, le belle passeggiate e gli altri luoghi di svago: ripeterò solamente che Palermo è un miracolo della natura e dell'arte, dove è possibile trovare quanto di più incantevole può essere immaginato e che per tutte queste qualità essa merita davvero di essere annoverata tra le prime e più insigne città non soltanto in Italia, ma di tutta Europa.

(Segue)

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