lunedì 13 giugno 2022

Sicilia dei viaggiatori. Dal Barocco al Novecento (6)

La descrizione della Palermo seicentesca (IV parte)
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Albert Jouvin de Rochefort 
è stato un cartografo francese.
Lo spazio barocco: Palermo come Madrid

   Le abitudini negli alberghi    


 Nelle acque di Messina si prende un pesce, detto Pece a l'espada perché ha un muso molto lungo, proprio a forma di spada che, se inseguito da una barca, si infuria, la colpisce e la a pezzi. Tra tutti i pesci del Mediterraneo è quello che ha la carne di sapore più delicato: può misurare nove pollici di larghezza ed è lungo oltre tre piedi, escluso il muso che ne misura più di due. In Sicilia si raccoglie una gran quantità di manna, incidendo con l'accetta il tronco di un grosso albero da cui questa sostanza cola, come la resina dal pino. Per pochi soldi si può comprare in tutta l'isola il permesso dio mangiare carne il Venerdì ed il Sabato, permesso che per 10 scudi viene esteso a tutto il periodo della quaresima: il denaro ricavato da queste dispense viene impiegato per la guerra contro gli infedeli. 

Vicino a Castrogiovanni, che era una volta la piazza d'armi di tutto il Regno, si trova un piccolo lago molto profondo, chiamato Lago Proserpina perché ivi questa venne rapita da Orione, re dei Molossi, non lontano dall'antico palazzo della dea Cerere,  la cui porta si mantiene ancora in buono stato. Tra le città di Lentini e di Catania si stende poi una larga pianura nella quale Ercole, dopo avervi condotto un gran numero di buoi, lasciò la pelle di leone che gli era fino ad allora servita come veste. Per avere maggiori notizie dell'Isola e del Regno di Sicilia potrebbero essere letti i libri di Fazello e di Pietro Rocana. Tratteremo delle sue monete, di diversi tipi, alla fine del viaggio.

Riprendiamo adesso il nostro cammino iniziato a Palermo, dove ci siamo imbarcati dopo aver ritirato il permesso sanitario per poter recarci a Messina e poter sostare nelle varie città dislocate lungo la costa, nelle quali si sbarca ogni sera per dormire e per procurarsi di buon mattino le provviste, così da non abbandonare mai la barca e poter navigare tutto il giorno per proseguire più speditamente possibile.  Siamo usciti da Palermo con un vento tale che non potemmo dormire finchè non giungemmo solo a Fondachello, dopo aver doppiato il Capo di Bongerbino, dove il padrone ci ha fatto imbarcare l'indomani di buon'ora per continuare il viaggio seguendo la costa molto da vicino, dato che feluche e piccole imbarcazioni non possono assolutamente affrontare i marosi né i forti venti; abbiamo visto Trabia con la sua fortezza, una grande muraglia che chiude il passaggio e la strada di terra stretta da un'alta montagna, così come tutte le strade interne della Sicilia; ma il tempo era così cattivo che solo a fatica abbiamo potuto raggiungere Termini. (...)

(Da Voyage d'Italie et de Malthe  1672)

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