lunedì 23 maggio 2022

Il Blog e le diverse vie per conoscere il mondo: La Letteratura (5)

 Quel secolo prima di Dante

Per i fini che ci siamo proposti circa il procedere e l'evolvere della "Cultura" stiamo attardandoci su vari momenti e contesti in cui il confronto, ma pure la riconquista intellettuale, prova a riaffermarsi dal sonno medievale grazie all'esperienza filosofica duecentesca.

Fu quello -in effetti- un periodo di riscoperta dei classici greci e soprattutto del "corpo" delle opere scientifiche, metafisiche e morali di Aristotele,  grazie all'opera di numerosissimi traduttori, spesso arabi,  che dalla Spagna (Toledo) diffondevano i testi in tutte le realtà europee interessate e grazie ancora ai tanti pensatori sia arabi che ebrei (al Kindi, al Gazzali, Avicenna, Averroé, Avicembron) che fecero tornare in auge le dottrine neo platoniche.

Oltre che all'opera compiuta dai mussulmani di Spagna va evidenziato il lavoro compiuto da alcuni vescovi e professori cristiani che seppero riconsiderare e riprendere i testi sia greci che latini come fece il vescovo di Lincoln fra il 1235 ed il 1253, che da professore di Oxford con i collaboratori Giovanni di Basingstoke e Nicola il Greco tradusse dal greco al latino l'Etica Nicomachea di Aristotele. 

La cultura filosofica occidentale, già alla metà del duecento, aveva inoltre allargato la conoscenza -grazie a Boezio- della logica nova (gli Analitici, i Topici e gli Elenchi sofistici), e di buona parte dei "Libri naturali" e l'Etica Nicomachea, tutti documenti che facevano parte della "enciclopedia" peripatetica, ed erano accompagnati frequentemente da commenti ed interpretazioni dei filosofi arabi.

Su tutti questi recuperi e riferimenti "classici" del pensiero greco-romano, non mancarono i divieti e le condanne della Chiesa romana e del Papato che vi vedeva uno spirito di "vanità". Accanto ai divieti sulla loro diffusione si insistette sulla dottrina agostiniana e sui temi mistici della cultura monastica, e in talune località si fece ricorso pure alle misure drastiche.

Nel 1231 Gregorio IX vietò che si potesse leggere la Fisica ove si sosteneva l'eternità del mondo. Egli tolse il divieto dopo che una commissione da lui nominata -preso atto del prestigio di massima autorità filosofica e scientifica di Aristotele- emendò il testo greco in conseguenza della compiuta maturazione dell'intelletto umano.

(Segue)

   

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