Gaspare Nicotri nacque a Castellammare del Golfo il 25 maggio 1874. Conseguì a Palermo la laurea in Giurisprudenza e si diede con successo alla professione forense. All'allora socialismo nascente si avvicinò molto presto, a contatto di pescatori e braccianti agricoli gravati dal sottosalario e privi di ogni diritto, che costituivano l’ossatura sociale della città natale, ed a contatto di docenti come il Salvioli e lo Schiattarella, rappresentanti della scuola positivistica nel campo del diritto, dell’economia e della sociologia, e di colleghi orientati verso le dottrine progressiste, di politici radicali e socialisti.
Questi, come tantissimi altri studiosi della società di fine Ottocento, ebbe contatti con Nicolò Genovese, parroco di Contessa, e con Bernardino Verro, dirigente sindacale di Corleone e dell'intero Corleonese.
In una delle sue opere sociali "Rivoluzioni e rivolte in Sicilia" fa riferimento su ciò che accadde a Contessa Entellina durante la crescita ed il successivo soffocamento dei Fasci Siciliani. Ciò che fa riflettere è il perché nei tanti libri di storia locale, spesso finanziati da organismi pubblici ed università, non si è mai affrontata la questione sociale locale. L'area di Contessa era fra le più arretrate e latifondiste della Sicilia e nonostante simile primato si sono sempre voluti coprire gli occhi e i sentimenti sulle ragioni che hanno fatto del nostro centro uno dei paesi con i più alti indici di emigrazione nel corso dell'intero Ottocento. La pubblicistica locale non ha mai posato l'attenzione sulla vera realtà locale; è stato uno studioso olandese a ricordarci che qui, nel cuore della Sicilia, si è vissuti sotto l'egida della prepotenza e dell'ingiustizia.
Nei prossimi giorni estrapoleremo dal testo "Rivoluzioni e rivolte in Sicilia" qualche stralcio grazie ad antiche pubblicazioni palermitane di natura archivistiche su come il Nicotri abbia tratteggiato il quadro umano e sociale della Contessa Entellina di fine Ottocento, quadro che il Governo dell'epoca, quello dell'arbrësce Crispi mostrava di non voler conoscere e riconoscere.
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