Inseguivamo con i fondi PNRR un maggior benessere.
L'inflazione sta erodendo i risparmi.
Le previsioni del "Documento di Economia e Finanza" in conseguenza della guerra in Ucraina producono una contrazione del Pil e un’inflazione più alta.
In numeri la crescita del Pil nel 2022 dal 4,7% di partenza viene -sulla scorta degli eventi in corso- ribassata al 3,1%, per scendere ulteriormente al 2,4% nel 2023 e all’1,8% nel 2024.
Il deficit resta invece confermato al 5,6% e il debito al 147%. La pressione fiscale scenderà al 43,1% del Pil, dal 43,5% del 2021.
Nonostante ciò, viene ricordato nel Documento, «il Governo continua a operare per promuovere un forte rilancio della crescita sostenibile nel nostro Paese, utilizzando al meglio le risorse del PNRR e degli altri fondi di investimento già programmati».
Subiscew un forte rimbalzo invece l’inflazione (=la tassa occulta) che dalle previsione della Nadef dell’1,6% passa al 5,8%. Caro carburanti e rialzo dei prezzi delle materie prime i principali responsabili.
«Dopo la notevole ripresa registrata nei due trimestri centrali del 2021 - si legge nel Def -, negli ultimi mesi dell’anno scorso il ritmo di crescita del PIL è stato rallentato dalla quarta ondata dell’epidemia da Covid-19, da carenze di materiali e componenti, nonché dall’impennata dei prezzi del gas naturale e dell’energia elettrica, che peraltro avevano già registrato forti aumenti a partire dalla tarda primavera» Rincari che «hanno impattato più duramente sulle imprese e sui bilanci familiari».
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