lunedì 25 aprile 2022

E fu dittatura (2)

Oggi si celebra la giornata della Liberazione.

Ci piace ripercorrere alcune tappe del ventennio di dittatura.

Il Gran consiglio del Fascismo nasce
 nel dicembre del 1922, poche settimane
dopo la 
marcia su Roma, come organo di
partito, 
ma investito subito di poteri che
vanno ben al di là delle competenze di un
partito (ne fanno parte, ad esempio, i ministri
 fascisti in quanto ministri, e il capo della polizia)
. 

Alle brutali dichiarazioni di Mussolini nel chiedere il voto del Parlamento sul suo primo governo seguirono -come era inevitabile- le risentite reazioni dai banchi della Sinistra. Ma al di là dell'ovvia reazione dell'opposizione socialista la Camera rispetto agli attacchi e alle minacce apertamente rivolte all'ordinamento liberale e democratico statutariamente sanciti  non mostrò forti reazioni. Prevalsero i silenzi prudenti e le caute espressioni di compiacimento.

  La replica chiaramente più dignitosa al nascente dittatore proviene il 17 Novembre dal leader socialista Filippo Turati. Riportiamo qui uno stralcio.

"Il nuovo Presidente del Consiglio ha parlato col frustino in mano, come un domatore nel circo: ma le belve erano narcotizzate; e si è assistito allo spettacolo delle groppe pronte per lo scudiscio. Il governo ha chiesto un voto di fiducia: ma la verità è che sono stati i deputati a presentarsi dinnanzi a Mussolini come per un esame d'ammissione".

  Turati conclude con l'annuncio che i socialisti voteranno contro. "Noi, dice, quest'olio di ricino non lo beviamo".

  La Camera -invece- vota la fiducia a Mussolini con 306 "si" contro 116 "no" e 7 "astensioni" e da subito inizia la corsa verso l'autoritarismo: quella stessa Camera con legge-delega autorizza il governo ad "emanare disposizioni aventi valore di leggi". E' così che il fascismo ha iniziato la conquista del potere assoluto e soprattutto dell'intero apparato statale.

  Il 16 dicembre viene creato il Gran Consiglio del fascismo, di cui fanno parte i ministri ed i sottosegretari del fascismo della Presidenza del Consiglio e del ministero degli Interni, i membri della direzione del PnF, il direttore generale della Pubblica Sicurezza, il commissario straordinario alle Ferrovie, il Segretario Generale delle Corporazioni fasciste, il dirigente delle cooperative, i commissari politici del fascismo, lo Stato Maggiore della Milizia, il capo ufficio stampa della Presidenza del Consiglio e Mussolini, che presiede ed ha facoltà di includervi chiunque, di volta in volta, giudichi opportuno.

  Con quest'organismo -in via ufficiale- l'azione del partito fascista influisce direttamente su tutto l'apparato pubblico dello Stato. Esso riesce ad influire nei gangli dello Stato nella fase iniziale di avvio della fascistizzazione come un "contropotere" per divenire poi l'istituzionalizzazione  dello squadrismo tramite la "Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale" (MVSN).

  Col tempo la MVSN viene posta alle dipendenze del capo del governo. La violenza di queste squadre non verranno perseguite.

  I benpensanti di tutti i partiti che consentirono l'ascesa di Mussolini  si accorgono della deriva verso cui si avviava il Paese ma per non darla vinta  alle previsioni di Turati continuarono ad alimentare l'illusione che prima o dopo il fascismo sarebbe rientrato nell'alveo della legalità. Si trattò purtroppo di un eccesso di ottimismo. Il fascismo durerà oltre venti anni e porterà ad una guerra disastrosa.  

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