sabato 26 marzo 2022

Il capitalismo russo. Ha natura oligarchica e non dispone di influenza politica

 













Anche i ricchi piangono.

Putin con la sua politica ha danneggiato non solo le tante famiglie che in Ucraina hanno perso i giovani figli militari che vengono conteggiati già in almeno diecimila unità, ma ha arrecato gravi danni pure ad uno dei pilastri del suo potere oligarchico. Quello dei super ricchi che finora sono stati base e piedistallo del regime russo. 

Riassumiamo in poche ricche quanto un interessante articolo del Corriere della Sera riporta.

Putin ha molto da temere dalle lacrime dei suoi amici plurimiliardari i quali in un mese di guerra in Ucraina hanno registrato perdine miliardarie del loro patrimonio. La stampa internazionale intravedrebbe nella situazione venutasi a creare la possibilità di un "golpe" o comunque di una cospirazioni intorno al Cremlino. «Non so più come fare a vivere» si è lamentato sul Financial Times Piotr Aven, azionista di Alpha Bank, considerato parte del circolo ristretto di Vladimir Putin, che in soli otto giorni dall’inizio della guerra ha visto il suo patrimonio personale da 4,1 miliardi di euro assottigliarsi di 786 milioni. «I miei affari sono distrutti, tutto quel che ho costruito in trent’anni non esiste più».

 Putin ha tentato di mettere al riparo la base popolare russa dall’effetto delle sanzioni internazionali, aumentando le pensioni più basse e tenendo chiusa la Borsa di Mosca per settimane. Adesso però i super ricchi di Russia, suoi amici cresciuti all’ombra del suo potere, non sono affatto contenti. La loro fortuna è ovviamente nascosta nelle banche off shore di tutto il mondo, e soprattutto a Londra, New York. in Italia, i loro patrimoni -ormai sequestrati- si trovano nelle località turistiche più esclusive. Tutte queste ricchezze miliardarie non sono più nelle disponibilità degli oligarchi.


Il destino dei miliardari, base del capitalismo russo, comincia adesso inevitabilmente separarsi da quello di Putin. Dall’inizio delle nuove sanzioni, che secondo il Corriere della Sera, ammontano a 85 miliardi di dollari, pari a 77 miliardi di euro, tre volte il valore di una legge di Bilancio del nostro Paese, il destino di Putin premier potrebbe chiudersi nel giro di poche settimane.

Con Putin gli oligarchi hanno accumulato fortune immense e non moriranno in miseria. Ma le perdite che stanno subendo non li lasciano indifferenti.


Alcuni nomi riportati dalla stampa

Aleksej Mordashov, presidente di Rossiya Bank e proprietario di Severstal, colosso del settore minerario e dell’energia, ha perso 3,184 miliardi di euro, oltre al suo yacht sequestrato in Italia.

Roman Abramovich,  ci ha rimesso il suo Chelsea e altri quattro miliardi di euro. 

Gennadij Timchenko, amico di vecchia data di Putin, dall’inizio dell’anno, ha visto andare in fumo dieci miliardi e 371 milioni di euro, quasi metà del suo patrimonio personale,


Sono tutti signori dell’economia russa che adesso stanno pigliando le distanze dalla politica del Cremlino.  Fra questi ci sono Mikhail Fridman (meno 5 miliardi) ed il re dell’alluminio Oleg Deripaska,  il quale ha visto ridursi di 6 miliardi la capitalizzazione della sua holding UC Rusal. 


  I giornali evidenziano comunque che costoro (gli oligarchi) pur godendo di ricchezze da favola accumulate all'ombra del Cremlino non dispongono tuttavia di un solo briciolo  di potere politico. 



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