giovedì 24 marzo 2022

Era il 24 marzo

 1860 

Trattato di Torino: cessione della contea di Nizza e della Savoia alla Francia.

Nel 1860 furono cedute alla Francia per assicurarsi la neutralità di quest’ultima nelle operazioni di conquista del Sud Italia. E’ ipotizzabile che il governo francese non avesse nessun interesse a mantenere le caratteristiche italiane in una regione appena acquisita da uno stato in via di formazione il quale, con gli anni, avrebbe potuto rivendicare il territorio appena ceduto. Certa è l’intensa opera di francesizzazione che venne effettuata negli anni successivi, e che ebbe effetto soprattutto nella città di Nizza Marittima, da allora divenuta ufficialmente “Nice”, e solo “Nizza” per gli italiani, ritraducendo la nuova toponomastica francese. 

Fu favorita una progressiva diffusione della lingua francese a danno di quella italiana: ad esempio vennero chiuse tutte le pubblicazioni dei giornali italiani (come "La voce di Nizza"); furono cambiati persino molti cognomi degli autoctoni ("Bianchi" => "Leblanc"; "Del Ponte" => "Dupont" ecc.). L’italianità di Nizza è andata scomparendo a mano a mano: negli anni trenta nel centro storico si parlava – accanto al dialetto – ancora italiano, ora invece il francese predomina nella città e nella regione; l’italiano comunque resta la seconda lingua del capoluogo. Cultura autoctona è rimasta maggiormente nei paesi dell’interno oltre che a Mentone e nello stato di Monaco, dove l’inflessione dialettale è tuttora di tipo ligure. Interessante inoltre è vedere che una buona fetta di cognomi dei residenti nel nizzardo è italiano: ad esempio si trova "Giorgi" e "Delrivo" a Poggetto Tenieri, "Baldacci" e "Paolini" a Guglielmi, "Rosso", "Andreoli" e "Ceccarini" alla Turbia ecc.

Nel 1947, in seguito al Trattato di Parigi, furono ceduti ancora alla Francia il comune di Tenda e parte dei comuni di Briga Marittima, Valdieri e Olivetta San Michele; anche queste zone furono immantinente soggette a francesizzazione. Una certa fetta della popolazione, per aver scelto di non diventare di cittadinanza francese, prese la via dell’esodo. (Rivista Limes) .

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