giovedì 20 gennaio 2022

Era il 20 gennaio

 1893 

A Caltavuturo vennero massacrati i contadini dei fasci siciliani in rivolta.

Caltavuturo il 20 gennaio 1893, 11 contadini sui 500 presenti, trovarono la morte ritornando da un’occupazione simbolica del demanio comunale che il Sindaco del tempo aveva da mesi promesso di assegnare loro. A seguito di una sassaiola ingaggiata contro l’esercito regio, quest’ultimo incitato dai campieri reagì aprendo il fuoco sulla massa inerme e inseguendo i contadini in fuga perpetuò una delle stragi più brutali di quegli anni.

Il movimento del Fasci Siciliani

 Fra il 1891 e il 1894, nasceva nelle città e nelle zone rurali della Sicilia, il movimento dei Fasci dei Lavoratori Siciliani, al quale aderirono spontaneamente migliaia tra operai, contadini, artigiani e intellettuali.

Il movimento aveva come obiettivo quello di contrastare il latifondo assenteisti e alleato della mafia e di raggiungere per quella via più degni livelli di giustizia sociale e di libertà.
Una delle sue caratteristiche più rivoluzionarie fu quello di riservare alla figura della donna un ruolo preminente  e le donne ebbero, in particolare a Piana degli Albanesi, funzioni di primo piano e si assisteva per la prima volta nell’isola ad un  tentativo organizzato di richiedere un’emancipazione del ruolo femminile oltre ad una più generale rivendicazione di lavoro e di diritti.
I Fasci fondati in Sicilia furono tantissimi. Uno dei primi fu quello di Catania nel 1891, ma quelli megli organizzati e più comunitariamente diffusi sorsero a Corleone, Piana degli Albanesi e a Palermo.
A Corleone il 30 luglio del 1893, si riunirono tutti i Fasci della provincia di Palermo, per elaborare quello che venne denominato il “Patto di Corleone”, da più parti considerato come il primo esempio di contratto sindacale redatto nell’Italia dell’epoca.

Avremo modo di approfondire ruolo e incidenza nella vita locale del Fascio di Contessa Entellina che ebbe pure esso significativa adesione  e sostegno pure da una parte del Clero locale (p.e. il parroco Genovese).

Vogliamo ricordare per intanto quanto accadde a Caltavuturo, Il 20 gennaio 1893, quando 11 contadini sui 500 presenti in una delle normali manifestazioni trovarono la morte ritornando da un’occupazione simbolica del demanio comunale che il Sindaco del tempo aveva da mesi promesso di assegnare loro. 
A seguito di una sassaiola ingaggiata contro l’esercito regio, quest’ultimo incitato dai campieri reagì aprendo il fuoco sulla massa inerme e inseguendo i contadini in fuga perpetuò una delle stragi più brutali di quegli anni.

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