sabato 8 gennaio 2022

Comunità isolate. L'interno della Sicilia è trascurato, è privo di speranza per il domani

Cosa sta alla base di una comunità,

se essa vuole crescere socialmente, economicamente e civicamente?

 E' iniziato da pochi giorni il nuovo anno civile; stiamo ancora nelle prime settimane del 2022 e notiamo che i dati Istat collocano il nostro paesino, Contessa Entellina, sul versante della de-crescita, e non ci riferiamo solamente al fenomeno demografico che ormai tutti sappiamo essere più che storicamente notorio; lo abbiamo più  volte evidenziato sulle pagine del blog che esso (il calo demografico) è un fenomeno che comincio' nel 1812 quando cesso' l'assetto sociale del feudalesimo e comincio' quello del latifondismo. Nessuno, ovviamente, intenda parlando di contesti umani lontani, che il feudalesimo fosse più gradevole del latifondismo o viceversa; nulla in quelle situazioni cambiò per la gente ma molto cambiò in meglio per le precedenti aristocrazie. Ci  riferiamo invece (parlando di de-crescita locale) alla vita sociale, che -a parere di chi scrive- è purtroppo fortemente improntata dalla sfiducia. Sfiducia sul domani le cui opportunità ci sembrano sfugenti, sfiducia per l'isolamento viario e socio-economico, sfiducia sulle capacità politico-umane a riuscire ad ancorarci alla parte di mondo che corre, e persino sfiducia sulla volontà  collettiva di volere, per davvero, una società migliore, efficiente e al passo dei tempi.

È sensazione di chi vive fuori da Contessa E., che  il corpo sociale locale  sia ormai gravemente privo di stimoli e persino incapace di volere una situazione diversa, migliore e al passo coi tempi. E se è pure vero che le realtà che ci stanno prossime, da Bisacquino a Giuliana etc., non stano nemmeno loro in buona salute, però a noi tocca riflettere su casa nostra.

Convinzione universale è che l'unione,
su presupposti  condivisi, da' forza 

 La sfiducia quando dilaga in una comunità, specialmente se piccola e fortemente invecchiata, diventa da un lato questione sociale e dall'altro fatto individuale di ciascuno.

  In tutte le società umane la "fiducia"  nel domani, se sgorga dal proprio interno ed investe le istituzioni locali, è destinato a diventare un bene, una aspirazione essenziale da incoraggiare e da salvaguardare. Da salvaguardare, ci diceva qualcuno, come l'aria per i polmoni. 

  Senza fiducia sostenuta collettivamente, senza fiducia reciproca fra posizioni politiche diverse, nessuna comunità può andare avanti, né può fare molta strada. L'esistenza di qualunque comunità, per il fatto stesso che esiste o che vuole esistere, presuppone inevitabilmente  necessita' di fiducia. Senza di questa inevitabilmente vige sterile discordia, ingiustizia, inimicizia e  scontro permanente, e in aggiunta miseria morale.

*  *  *

   Queste brevi riflessioni, qui riportate, sono frutto di un confronto con una persona, un antico amico, recentemente incontrato, dopo anni di sua lunga emigrazione.

(Continua)

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