La composizione dei primi cinque libri della Bibbia fu attribuita a Mosè; lo stesso Cristo e gli apostoli fecero propria questa opinione.
Si intravedono quattro mano, corrispondenti a quattro correnti di tradizioni: 1) quella jahvista (utilizza il nome di Jave, Signore) 2) elohista (utilizza il nome Elohim o Dio) ha uno stile più sobrio e non si occupano delle origini dell'umanità. 3) quella sacerdotale che dedica interesse all'organizzazione del santuario, ai sacrifici e alle feste 4) quella del Deuteronomio che si caratterizza per lo stile oratorio e per la dottrina oltre che per il compiacimento su Israele, popolo scelto.
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Un personaggio alla volta
Quando l'inquietudine è
spinta al cammino.
Riflessione
"Dio è, nel mondo invisibile, ciò che il sole è nel mondo visibile: sorgente di luce. ... Il sole illumina gli occhi, Dio la mente. Il sole è ciò che di più bello vi sia fra le cose che vediamo, Dio lo è tra quelle che conosciamo".
Tomàs Spidlìk
teologo e cardinale
1919 – 2010
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La Scienza di Dio, dal testo di Sergio Zavoli:
Se Dio c'è.
Segue da (precedente)
La religione, infine, è necessaria per comprendere il passato, oltre che per leggere e interpretare il presente. E' possibile capire qualcosa del Medio Oriente senza conoscere almeno i rudimenti dell'ebraismo, del cristianesimo e dell'islam? O dell'India, del Sudest asiatico, del Tibet, se si è privi di ogni nozione sull'induismo e sul buddhisno? Le religioni rappresentano ed esprimono le idee ed i comportamenti di miliardi di esseri umani, ed in futuro ciò accadrà sempre di più, essendo forse rimaste l'unico "pensiero-forte" a disposizione dell'umanità, ogni giorno maggiormente dotata di mezzi di informare e sempre meno di valori da comunicare. Ma sono un mannello di persone quelle che in Italia sembrano preoccuparsene. Perchè? Forse perchè porre le scienze religiose sotto la tutela ecclesiastica le fa sembrare subito di parte, subito confessionali. Oggi che per la prima volta la teologia attrae non solo ecclesiastici, ma anche laici, è possibile studiare la storia, le dottrine, le norme etiche delle religioni, a cominciare dal cristianesimo -con la stessa motivazione per la quale si studiano, ad esempio, la letteratura e la storia- senza dovervi necessariamente aderire con la fede?
Prendiamo le università e le facoltà pontificie. Che cosa insegnano? Chi le frequenta? Qual è lo stato di salute della teologia, oggi, in Italia e nel mondo? I teologi vivono nella loro torre d'avorio convinti di sapere già tutto, e di poter tutto disciplinare, perchè depositari della rivelazione divina? Oppure si sono messi a rincorrere le scienze umane alla ricerca del consenso perduto, e delle capacità d'incidere d'una volta, trasformando la teologia in sociologia o in psicologia religiosa. A volte capita di vedere il termine teologia accostato a categorie incongrue rispetto all'orizonte del divino: per esempio teologia politica, teologia femminista, teologia ecologica. Avremo la teologia di Internet? Che cosa significa quest'attitudine ad ancorare la teologia a fenomeni contingenti? E' un segno di vitalità o una ricerca di attenzione da parte di chi, altrimenti, teme di non avere più ascolto?
Spesso in disparte con le loro speculazioni, accreditati da una lunga consuetudine al potere intellettuale sulle mosse di Dio nel tempo, portati a concludere sulla Verità in relazione alle origini e ai fini, nella loro provocante attualità i teologi sono forse alla ricerca di uno spazio più umano, magari perchè avvertono un limite a quello, loro riservato, di Dio? Quanto, in definitiva, ci sono ancora necessari per rispondere alle cruciale, infinita questione che questo libro si pone? Se Dio c'è, è la fede, o la ragione, o la teologia che può dirlo?
(Segue, ai quesiti posti da Zavoli,
la risposta del biblista e teologo Piero Coda)
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