Il sacco di Palermo
(così cominciò tutto)
Negli anni cinquanta e sessanta del Novecento a Palermo amministrava una maggioranza che ha devastato la città per portare avanti la speculazione edilizia. Beni storici di grande rilevanza culturale in più punti della città (via Libertà, via Notarbartolo, p.zza Croci, etc.) furono abbattuti per far posto a palazzi utili ad alimentare la speculazione edilizia e/o per occupare spazi che testimoniavano la Storia cittadina. Ai nostri giorni sappiamo chi erano quei politici che hanno consentito e favorito quella speculazione. Sappiamo dei tanti politici che denunciavano la "cattiva" politica e sono finiti -in tanti- sull'asfalto delle strade, vittime dei killers della Mafia.
Eppure certi preliminari della distruzione dei segni storici della città affondano negli anni del ventennio fascista, come ci denuncia la foto che riportiamo su questa pagina. Certo, allora si trattò di realizzare un edificio con finalità pubbliche, che peraltro a causa della guerra fu -praticamente- portato a compimento nel 1957. Ma anche allora, durante il regime, venne fuori la mediocrità culturale e storica delle classi dirigenti locali. Mediocrità che si rivelò senza limiti lungo tutti gli anni cinquanta e sessanta, e parte degli anni settanta del Novecento, quando l'ingordigia di pochi recò danni alla vita storico-culturale della comunità.
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