Anni cinquanta del Novecento
Piccola panoramica
La Riforma agraria arriva in Sicilia negli anni cinquanta del Novecento, è bene pero' ricordare sul nostro piccolo Blog di memorie che i primi intendimenti di ridimensionare il latifondo hanno origini lontane nel tempo, nel 1767, quando il governo borbonico provo' con le "leggi di eversione" di creare piccole proprietà finalizzate a ridimensionare il potere straordinario dei gesuiti, allora forte contropotere feudale-latifondista rispetto all'autorità regia. Altro tentativo di ridimensionare il potere latifondista emerse in Sicilia nel 1860, quando da tutti i paesini dell'Isola la gente accorse a sostenere i garibaldini che -con lo stesso Garibaldi- si erano in qualche modo dichiarati sostenitori dell'assegnazione delle terre del latifondo ecclesiastico e di quello ex baronale ai diseredati. Tutto si concluse -come sappiamo- in nulla, o addirittura e di contro nell'episodio repressivo di Bixio a Bronte, ai danni proprio dei contadini, e con lo stesso Garibaldi che deluso dall'indirizzo politico post unitario dei governi sabaudi, si ritira a vita privata a Caprera. Altra iniziativa popolare, di iniziativa socialista di modifica dei patti agrari, che finisce nella repressiva violenza del governo Crispi, e' quella dei Fasci Siciliani (1894), e Contessa fu uno dei centri della violenta repressione. Seguiranno dagli anni venti del Novecento le leggi repressive delle aspirazioni sociali da parte del Fascismo fino ad arrivare ai primi anni cinquanta finalmente alla Riforma Agraria, guidata questa dall'alto, al fine di sottrarre le terre migliori dalla ripartizione. Circostanza ampiamente avvenuta sul territorio di Contessa mediante suddivisioni del latifondo fra tanti eredi e mediante il ricorso per altre parti all'enfiteusi.
Conclusione: nel Meridione la legislazione non si è mai avvalsa dei contenuti e delle indicazioni delle scienze economiche e sociali. Chi ha gestito il potere lo ha sempre usato per coltivare interessi di parti ai danno di altre parti.
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