venerdì 26 novembre 2021

Periferie e carenze. I finanziamenti per rinascere sono per tutti, soprattutto per le aree che sanno immaginare cosa farne

 Gli Enti Locali hanno -sulla carta- tante possibilità di attingere finanziamenti per migliorare lo stile di vita dei propri cittadini. Possono utilizzare finanziamenti regionali, nazionali ed europei, avvalersi dell’Agenda Urbana, del Recovery Fund del PNRR e altri ancora.  Leggendo i giornali e le riviste specializzate sembrerebbe  che le risorse siano lì pronte per essere utilizzate. 

 Però, però senza le attività preparatorie-programmatiche, qualsiasi finanziamento -per quanto generoso possa essere- non arriverà mai dall'alto. Come dicevano qualche decennio fà i nostri anziani, non esiste la possibilità di dire "Piru cadimi mmucca". Esistono Enti Locali ufficialmente dichiarati "in dissesto" e questi hanno strincenti vincoli da osservare e sono, in partenza, destinati a perdere parecchie opportunità.

Nei conmuni di periferia mancano quasi sempre le professionalità che sappiano leggere le gazzette ufficciali per poi riuscire a mettere su carta un progetto. Le Università e i tanti organismi di ricerca che potrebbero sviluppare idee in partenariato in genere sono disponibili ad impegnarsi con realtà di media grandezza piuttosto che con quelle piccole che stentano persino a coordinarsi.

Esistono piccole realtà che comunque si stanno attrezzando e stanno facendo, come mi racconta un amico, i compiti a casa. Il che sta a significare che si prova ad attivare progetti di Valorizzazione e consolidamento del peso territoriale più ampi in partenariato con altre realtà limitrofe, come dire che "l'unione fa la forza".

 Le sinergie puntano allo sviluppo economico e ad innescare processi virtuosi che incrementino l’occupazione e migliorino, in maniera duratura, la qualità di vita delle comunità locali di periferia, sperimentando nuove soluzioni e modalità di gestione del territorio. Il tutto mira a rendere competitivo il sistema dei comuni e, quindi, attrattivo (in questa nuova situazione) anche per il raggio di azione delle Università. Nel contesto di più ampio raggio di azione sia le Università che gli Enti di Ricerca sono infatti disponibili a svolgere il ruolo di capofila.

(Segue)

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