martedì 19 ottobre 2021

La cultura, le culture. Cosa e come le intendiamo nel processo di crescità dell'umanità (2)

 Ancora sulle culture "dominate"

Solamente dagli anni sessanta del Novecento, lo abbiamo ricordato nella precedente pagina,  al termine "cultura" fu data l'impostazione data da Max Weber e fu, quindi, fatta propria sia dall'antropologia che dal mondo culturale in generale.

Anche perchè in quegli anni le interpretazioni che l'Europa aveva coltivato nell'era vittoriana, con Gran Bretagna in testa, di società "primitive" affibiate, su presupposti strutturati nell'ambito del mondo europeo,  cominciarono ad essere messe in discussione, se non avversate con le armi, dall'affermarsi dei tanti movimenti di liberazione e di indipendenza e successivamente dalla nascita di nuovi stati indipendenti. 

 In realtà da quando iniziarono, accanto al commercio dei beni, le comunicazioni globali il mondo accademico e intellettuale europeo e nord americano corresse immediatamente l'attribuzione di "primitive" alle comunità afro-amerinde, dal momento che anche nelle società più remote ed isolate erano sempre esistiti dagli albori dell'umanità collegamenti di traffici commerciali. 

 Il concetto quindi di "comunità isolata" è stato molto relativizzato e "la trasformazione del mondo primitivo è stato ritenuto ovunque un fenomeno in atto da millenni per poi subire una accellerazione generalizzata -in ogni parte del globo- solamente dalla seconda metà dell'Ottocento".

La cultura alta

Fu Redfield Robert. - Antropologo statunitense - a ritenere inadeguato lo studio del cammino percorso da comunità ristrette per trarre poi conclusioni generalizzate sul cammino delle comunità definite "civili". Tali venivano definite le società complesse che possedevano un alto sviluppo culturale, ossia un corpus di dottrine religiose e una letteratura scritta. Cultura la si faceva allora coincidere con raffinatezza e compiutezza artistica. Il concetto weberiano, di cui abbiamo riferito nella precedente pagina, invece lo si è voluto confinare all'analisi socio-economica.

Reiefeld, spiegato in termini diversi, ha voluto evidenziare che  il precedente -cosidetto- mondo primitivo si è sempre gradualmente evoluto e che ai nostri giorni coesistono in uno stesso paese (India, Cina ...) tradizioni culturali  molteplici, come da sempre sono coesistite nel passato. Lo studioso si propose di studiare all'interno di un "paese" delle comunità ristrette, che possedessero quelle che venivano definite "culture alte" per analizzare al loro interno la "grande tradizione" e la "piccola tradizione" del villagio. Gli studi e le osservazioni hanno messo in luce che col trascorrere del tempo tutte le comunità sotto osservazione diventarono "complesse".

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Proseguiremo nel  tentativo di scomporre sempre più il concetto di "cultura". Per poi magari arrivare a leggere la realtà contessiota. Per intanto ci fermiamo qui. Tutto ci servirà per saper leggere meglio e con ottica "culturale" il libro su Contessa dell'antropologo Anton Blok.

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