lunedì 27 settembre 2021

Metafisica e Nietzsche. Il viandante e la sua ombra (2)

Nietzsche: 

il critico della Morale

La riflessione di Nietzsche, a cui intendiamo dedicare sul Blog un poco di spazio e tempo,  lo diciamo subito, è finalizzata più a demolire i tanti imperativi del mondo entro cui viviamo che a indicare approdi. Le dedicheremo alcune pagine perchè -nel bene e nel male- sono riflessioni che il nostro Occidente coltiva in sè. 

Nietzsche dice che all’uomo sono state imposte molte catene affinché disimparasse a comportarsi come un animale e che, nonostante sia diventato più spirituale e riflessivo di tutti gli animali, soffre ancora per aver portato così a lungo le sue catene.

Dice ancora che soltanto «all’uomo nobilitato può esser data la libertà di spirito», così da poter dire di vivere per la gioia e per nessun altro scopo ».

 Da "Il Viandante e la sua ombra"

4) Misura per il valore della verità. Per misurare l'altezza delle montagne, non è certo un criterio la fatica dell'ascesa. E nella scienza dovrebbe essere diverso! -ci dicono alcuni che si considerano iniziati-, la fatica affrontata per giungere alla verità dovrebbe già decidere sul valore della verità!  Questa sciocca morale deriva dal pensiero che le "verità" non siano altro che attrezzi ginnici con i quali dovremmo esercitarci valorosamente fino alla stanchezza,-  una morale per atleti e ginnasti domenicali dello spirito.

5) Uso del linguaggio e realtà. Esiste un disprezzo simulato per tutte le cose che in effetti gli uomini  considerano più importanti, ossia per tutte le cose più vicine. Si dice per esempio "si mangia per vivere" -una maledetta bugia come quella che parla della procreazione dei figli come del vero scopo di qualsiasi voluttà. Viceversa l'apprezzamento delle "cose più importanti" non è quasi mai del tutto autentico:  i preti e i metafisici ci hanno sì abituato a usare a questo proposito un linguaggio ipocritamente eccessivo, ma non hanno persuaso il sentimento, il quale non attribuisce a queste cose più importanti  il valore che dà alle disprezzate cose più vicine. - Una incresciosa conseguenza di questa duplice ipocrisia è comunque che le cose più vicine, come ad esempio mangiare, abitare, vestirsi, avere rapporti, non vengono fatte oggetto di costante, imparziale e generale riflessione e trasformazione, ma poichè sono considerate degradanti si distoglie da esse la propria serietà intellettuale ed artistica: cosicchè l'abitudine e la frivolezza prendono facilmente il sopravvento sugli sconsiderati,  specialmente sulla gioventù inesperta: mentre d'altra parte le nostre continue infrazioni alle più semplici leggi del corpo e dello spirito ci portano tutti, giovani e vecchi, ad una umiliante diperndenza e mancanza di libertà - voglio dire a quella dipendenza, in fondo superflua, dai medici, insegnanti e curatori d'anime, la cui pressione si esercita ancor oggi sull'intera società.

Nessun commento:

Posta un commento