martedì 14 settembre 2021

14 Settembre. La Croce e i dibattiti storico-culturali dei nostri giorni (3)

 La Crocifissione

Il senso dell'esaltazione della Croce (o del crocifisso), secondo uno dei santi di tradizione bizantina, San Giovanni Crisostomo, è sintetizzato in queste poche parole: "Lo vedo crocifisso e lo chiamo re". L'uomo sofferente, che muore in Croce come un qualunque malvivente, è per i credenti il Creatore del mondo, perchè muore in croce per liberare l'uomo dalla morte, dal non saper vivere. 

Che ragionamento è ? 

Come si fa ad esaltare qualcosa che è simbolo di dolore, di sofferenza, di non senso? Eppure la Croce è da duemila anni il fondamento del Cristianesimo.

Ciò che al senso comune dei nostri giorni sembrerebbe paradossale viene celebrato ed esaltato dai credenti. 

 E' ovvio che nessuno ama il dolore in quanto tale. Chi lo accetta lo fa per amore verso gli altri, verso i suoi simili. Basta ricordarsi di padre Puglisi, il sacerdote del quartiere Brancaccio di Palermo. Ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993 e beatificato il 25 maggio 2013. Don Pino, che per migliorare le condizioni umane del quartiere di cui era parroco si era adoperato totalmente, sorrise al killer che gli sparò sotto casa. Ha voluto esprimere la gioia di chi paga la scelta di servire la comunità, di servire gli altri impegnandosi per un mondo migliore, sino al sacrificio della vita.

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Nelle Chiese di tradizione bizantina la Croce sporge dietro l'altare e/o sormonta il punto più alto dell'iconostasi (Golgota), con le sagome dipinte del crocifisso tra Maria e Giovanni,

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