mercoledì 11 agosto 2021

Contessa Entellina. Quella domenica di cinquantatre anni fa

 Estratti dalla  

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE 

D'INCHIESTA SULL'ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI PER LA RICOSTRUZIONE 

E LA RIPRESA SOCIO - ECONOMICA DEI TERRITORI DELLA VALLE DEL BELICE 

COLPITI DAI TERREMOTI DEL GENNAIO 1968 

(Istituita con legge 30 marzo 1978, n. 96)  

Prima parte pubblicata Pigiare qui)   Seconda parte pubblicata (Pigiare qui)   Terza parte pubblicata (Pigiare qui)   Quarta parte pubblicata (Pigiare qui)   Quinta parte pubblicata (Pigiare qui)   Sesta parte  pubblicata (Pigiare qui)   Settima parte pubblicata (Pigiare qui)   Ottava parte pubblicata (Pigiare qui)   Nona parte pubblicata (Pigiare qui) Decima parte (Pigiare qui) Undicesima parte (Pigiare qui) Dodicesima parte (Pigiare qui) Tredicesima parte (Pigiare qui)Quattordicesima parte (Pigiare qui)Quindicesima parte (Pigiare qui)Sedicesima parte (Pigiare qui), Diciassettesima parte (Pigiare qui)Diciottesima parte (Pigiare qui), Diciannovesima parte (Pigiare qui). Ventesima parte (Pigiare qui), Ventunesima parte (Pigiare qui), Ventiduesima parte (Pigiare qui), Ventitreesima parte (Pigiare qui), Ventiquattresima parte (Pigiare qui), Venticinquesima parte (Pigiare qui), Ventiseiesima parte (Pigiare qui), Ventottesima parte (Pigiare qui), Ventinovesima parte (


Abbiamo pubblicato tre schede tecniche che riguardano Contessa Entellina ed altre Gibellina. 

Riteniamo che la natura del Blog sia di tipo descrittivo, pertanto chi fosse interessato a conoscere integralmente e cronologicamente l'intera serie delle schede (circa un centinaio), può richiedercele tramite e-mail. Sono poco più di cento.

Di seguito proseguiamo con la parte descrittiva della Relazione.

195-318


CAPITOLO VIII
L'APPROVVIGIONAMENTO IDRICO 

Indagini compiute dalla Commissione. 

 La Commissione ha svolto gli accertamenti ritenuti necessari, avvalendosi della collaborazione di un perito (1), acquisendo documenti dagli enti pubblici competenti( Ispettorato, EAS, Cassa per il Mezzogiorno, Provveditorato alle OO.PP., Uffici del Genio Civile e Comuni interessati) e procedendo all'audizione del Presidente dell'EAS, On.le Giovanbattista Grimaldi. Consistenza attuale dei servizi idrici. Il sistema acquedottistico su cui si basa il rifornimento idropotabile dei Comuni della Valle del Belice è l'« Acquedotto Montescuro Ovest », alimentato dalle seguenti fonti: a) Sorgenti di Montescuro, a quota 670 m. sul livello del mare (nel bacino del fiume Sosio), sgorganti da rocce calcaree, denominate Montescuro, S. Cristoforo e Vigna Sparacio, con una portata media complessiva nel periodo estivo di 140-150 litri/secondo, di cui 35 litri/secondo, però, sono destinati ad alimentare il ramo orientale dell'acquedotto (denominato perciò « Montescuro Est ») che non interessa i Comuni in questione. In definitiva, la portata di acque che alimenta l'acquedotto Montescuro Ovest, proveniente da queste sorgenti, è mediamente di 105-115 litri/secondo con un deflusso minimo di circa 80 litri/secondo. b) Altre tre sorgenti, le cui acque sono immesse nell'acquedotto « Montescuro Ovest » a valle delle immissioni attuate con le sorgenti di cui al punto a) (e precisamente dopo un percorso di 7.125 metri della condotta adduttrice), denominate Fontanagrande, Fuscia e Madonna della Scala, con una disponibilità globale perenne di acque di 65 litri/secondo. e) Sorgente Grancio, le cui acque sono immesse nel sistema acquedottistico dopo 54.406 metri di percorso della sua condotta adduttrice, con una disponibilità idrica concessa, da considerarsi praticamente costante nel tempo, di 15 litri/secondo. Complessivamente, perciò, risulta una disponibilità idrica praticamente perenne (che è quindi la minima su cui fare affidamento) di 160 litri/secondo, la quale può accrescersi tuttavia, sempre nel periodo estivo (quando cioè il fabbisogno è maggiore), fino a 220-230 litri/secondo, mediamente nei limiti della escursione di portata delle sorgenti di cui al punto a) (sorgenti Montescuro) e soprattutto nei limiti della capacità di portata della condotta adduttrice.
 
Le foto attengono a diverse
localita della Valle

Salvo gli apporti di alcune sorgenti citate e cioè di « Madonna della Scala » e « Grancio » (35 litri/secondo) che sono stati attuati dopo il terremoto e che necessitano, per la immissione nella condotta, di impianti di sollevamento, tutto l'acquedotto Montescuro Ovest, con una condotta adduttrice che si sviluppa per circa 98 Km. (metri 97.972), funziona a gravità portando l'acqua da quota 666 (inizio in corrispondenza delle sorgenti Montescuro) a quota 168.22 (termine in corrispondenza del serbatoio di Trapani). La condotta adduttrice è costituita da un primo tronco in tubazioni, alcune di acciaio, altre di calcestruzzo, del diametro di 500 e 550 millimetri, per un 2° tronco in tubazioni di acciaio, di ghisa e di calcestruzzo con diametri variabili da 500 a 650 millimetri, per il 3° tronco in tubazioni solo di acciaio con diametri 350-450 millimetri e per il 4° tronco solo in tubazioni di acciaio con diametro costante di 300 millimetri. 
  I tronchi sono contrassegnati: all'inizio del primo, secondo e terzo, dalle immissioni delle sorgenti rispettivamente di Montescuro, del gruppo Fontanagrande, Fuscia e Madonna della Scala, di Grancio; all'inizio del 4° tronco (progressiva 72.040 metri della condotta) da un edificio interruttore (che ha la funzione, cioè di interrompere la curva « piezometrica », riducendo la pressione dell'acqua nella condotta). Per i primi 16.640 metri la condotta ha la sola funzione di trasporto dell'acqua, senza distribuzione, mentre a partire da questa progressiva — che si trova, come si è detto, all'interno del 2° tronco — e fino al termine del tronco medesimo vengono attuate le derivazioni per i seguenti abitati e/o complessi di baracche: 
— Chiusa Sclafani . alla progressiva Km. 16 + 640 
— Bisacquino alla progressiva Km. 18 + 300 Km.
— Giuliana alla progressiva Km. 20 + 765 
— Sambuca (vecchio centro e baraccopoli) alla progressiva  Km. 30 + 890
— Montevago (nuovo centro e baraccopoli) alla  progressiva 43+900
— Gibellina (nuovo centro e baraccopoli) 
 — Partanna (vecchio e nuovo centro e baraccopoli) alla progressiva 54 + 406
— Salaparuta (solo baraccopoli) . . 
— Poggioreale (nuovo centro e baraccopoli) 

Inoltre, con una condotta adduttrice derivata da quella principale (alla progressiva 40 Km. + 300 m.) viene portata l'acqua al Comune di S. Margherita Belice. 
Nel 3° tronco sono attuate le derivazioni per i seguenti abitati:
 — S. Ninfa (vecchio e nuovo centro, baraccopoli) alla progressiva Km. 55 + 935 
— Salemi (vecchio e nuovo centro, baraccopoli) alla progressiva Km. 67 + 441 
— Vita (vecchio centro e frazioni) . 

   Inoltre con una condotta adduttrice derivata da quella principale (alla progressiva Km. 67+441), viene portata l'acqua alla distribuzione per il Comune di Calatafimi. 
  Nel 4° tronco sono attuate le derivazioni per altri 5 centri abitati del trapanese (Busseto Palizzolo, Paceco-Mubia, Erice, Valderice, Custonaci), più la derivazione di una condotta per portare l'acqua ai servizi FS di Trapani. 
   In effetti, se si sofferma l'attenzione sulle esigenze delle popolazioni più gravemente colpite dal terremoto del gennaio 1968, si rileva che il sistema acquedottistico di cui si sta trattando, interessa 7 baraccopoli (di Sambuca, Montevago, Partanna, Salaparuta, Poggioreale, S. Ninfa e Salemi), 7 nuovi centri dei Comuni totalmente o parzialmente da trasferire (Montevago, Poggioreale, Partanna, S. Ninfa, Salemi e S. Margherita Belice) e 7 vecchi centri (Sambuca, Partanna, Calatafimi, S. Ninfa, Salemi, Vita e S. Margherita Belice); oltre i 3 comuni della provincia di Palermo (Chiusa Sclafani, Bisacquino e Giuliana) ed al Comune di Erice, facenti parte del gruppo dei 7 comuni aggiunti ai 14 comuni considerati gravemente danneggiati o distrutti dal terremoto con il conseguente trasferimento totale (n. 4 comuni) e parziale (n. 10 comuni) delle popolazioni in nuovi siti. 
  Riferendosi a questi ultimi 14 comuni, 11 sono dipendenti, per quanto riguarda l'approvvigionamento idropotabile delle corrispondenti popolazioni, dal sistema acquedottistico « Montescuro Ovest », pur rilevandosi che gli abitati di S. Margherita Belice e Calatafimi sono alimentati, come fonti di approvvigionamento integrativo, dalle sorgenti rispettivamente Gazza (8 litri/secondo) e Rio S. Giovanni, Calermici (7 litri/secondo). 
  Sulla base dei documenti acquisiti (Cfr. relazione Prof. ing. Vittorio Mongiardini, in data 31 ottobre 1980 agli atti della Commissione) tutti gli abitati dei comuni colpiti dal sisma serviti dall'acquedotto «Montescuro Ovest », ad eccezione di Salemi, si ritrovano, date le attuali disponibilità di approvvigionamento, con una dotazione idrica inferiore a quella minima (200 litri giornalieri per abitante), ritenuta necessaria per il soddisfacimento delle normali esigenze di vita civile e prevista dal Piano regolatore generale degli acquedotti (197 I/abitante per giorno all'epoca della sua redazione 20 anni addietro); misura, tuttavia, da considerarsi oggi superata. 
   In effetti Gibellina, S. Ninfa, Montevago e Partanna hanno dotazioni idriche prossime a quella minima sopraindicata (3% -f- 20%, al di sotto), ma i rimanenti centri abitati dispongono di dotazioni idriche pari al 50% -r- 60% della suddetta quota minima, con una situazione di particolare disagio per S. Margherita Belice e Calatafimi — che, tenuto conto anche delle fonti integrative —, raggiungono dotazioni tra un terzo ed un quinto di quella minima. 
  Ma anche tali ridotte dotazioni idriche non possono essere sempre assicurate, perchè la capacità dei serbatoi, cui fanno capo le reti idriche interne di distribuzione, pur risultando per la maggior parte degli abitati in questione idonea alla funzione di regolazione della portata giornaliera secondo le richieste, variabili nel corso della giornata, delle utenze, è tuttavia, in genere, insufficiente per modulazioni stagionali (mesi estivi).  
  Cèrtamente; ove le dotazioni idriche fossero aumentate a livelli più rispondènti alle normali esigenze, le attuali capacità dei serbatoi sarebbero decisamente scarse anche per la stessa regolazione giornaliera. Inóltre è da rilevare che il serbatoio di Partanna, partitóre del sistenlà acquedottistico, ha funzione di riserva straordinaria nel caso di fuori servizio dell'acquedotto e la sua capacità di 10.000 me. può sopperire al flusso dell'intero acquedotto per un periodo di tempo di 12 ore.
(Continua)

Interventi di riparazione e di potenziamento degli impianti idrici effettuati dopo gli eventi sismici.

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