venerdì 2 luglio 2021

Repubblica Italiana. I cittadini ... l'uomo libero, l'uomo consapevole (11)

==Che equilibrio è esistito nell'esperienza italiana fra legge, diritti e giustizia?


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Valutiamo per flash come durante il periodo liberale, quello fascista ed in parte nei governi centristi la magistratura era sottoposta al potere esecutivo, e quindi alla politica.

1) Il pubblico ministero dipendeva dal governo;
2) Il pubblico min istero disponeva del potere disciplinare nei confronti dei giudici, i quali ultimi non potevano muovere censure sugli ufficiali del pubblico ministero;
3) Il ministro della Giustizia disponevsa del potere di orientare gli interventi dei pubblici ministeri e dei giudici mediante semplici "circolari";
4) la carriera dei magistrati, sia per vie dirette o indirette, era controllata dall'esecutivo;
5) il trasferimento dei magistrati da una sede all'altra costituiva un ulteriore elemento di condizionamento.

  Ovviamente il potere esecutivo disponeva di altri, ulteriori, strumenti di condizionasmento per influire sulle decisioni dei magistrati.
==Le epurazioni ammantate da più motivazioni,
==l'immunità parlamentare, di cui restano tracce ai nostri giorni,
==l'autorizzazione a procedere amministrativa. Consisteva nel consentire ai magistrati l'avvio di un processo. Era un vero e proprio permesso a procedere che veniva dal governo, con piena discrezionalità nella sfera penale. Per avere una idea: i reati commessi dai prefetti e dai podestà potevano essere perseguiti solo su autorizzazione del Capo dello Stato, su parere del Consiglio di Stato.
==la polizia giudiziaria sotto il proprio controllo.

 In pratica un procedimento andava o meno avanti non su presupposti legali ma su opportunità (convenienza) di ordine politico. L'esecutivo, per essere più sicuro sul rispetto delle sue ingerenze, ebbe pure la possibilità di sostituire tribunali civili con tribunali militari. Si sa che i militari sono più ligi nell'ubbidire.

  Alcuni dei primissimi provvedimenti per scardinare il regime dell'ingiustizia fascista furono nel 1946, a crollo del regime avvenuto, quello di rendere indipendente il pubblico ministero rispetto all'esecutivo nonchè l'inamovibilità dei magistrati. A questi furono affiancate tante altre innovazioni tese tutte a rendere indipendente la funzione giudiziaria.

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