giovedì 24 giugno 2021

24 Giugno. Iconografia, onomastici e rievocazioni

Mosaico Deesis conservato in quella che
fu la Chiesa di Santa Sofia
a Costantinopoli.

Cristo Giudice con alla destra la Madonna
e alla sinistra San Giovanni Battista
che intercedono a favore dell'umanità.

La conquista di Costantinopoli per mano
di Maometto II (1453) pose fine all’Impero Romano
d’Oriente e trasformò la città in capitale
dell’Impero Ottomano.
Hagia Sophia divenne allora la moschea
principale della nuova capitale, una
svolta di cui sono testimoni i quattro
minareti posti agli angoli della struttura.

Dopo essere stata nei primi decenni
del Novecento Museo, Santa Sofia,
è recentemente tornata ad essere
Moschea
.

La figura di San Giovanni Battista nei paesi dell'Europa Orientale di tradizione bizantina è molto popolare. In quasi tutte le chiese di quei paesi esiste in un posto di privileggio (la deesis) nell'iconostasi che lo vede raffigurato accanto al Cristo e a sua madre.

 Per i credenti cristiani la figura di San Giovanni Battista fa da spartiacqua tra due modi di pensare e di vedere il mondo. 
 Viene infatti considerato l'ultimo e il più grande profeta dell'antico Testamento.

 San Giovanni viene generalmente rappresentato, da eremita-predicatore con vesti di pelo di cammello.

 Nell'iconografia talvolta viene rappresentato con la sua testa mozzata posata su un vassoio. Egli fu fatto decapitare da re Erode per compiacere Salomè, figlia della sua concubina. 

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 Ci piace commentare una tipica icona che vede San Giovanni con la testa recisa nel piatto: essa è contratta nel sonno della morte; sul cartiglio si legge:  "Fate penitenza perchè il regno dei cieli è vicino è la scure è già posta alla radice dell'albero". (Mt. 3,10; Lc. 3,9).
 Le ali occupano gran parte della composizione e conferiscono al corpo del Battista una dimensione cosmica, intessute dall'oro dell'assise passano dal colore rosso cupo al verde dell'arancio vivo dei lembi inferiori bordati di bianco. 

Lo si vuole rappresentare come, il Precursore,  angelo del deserto. 

E' conservato in un monastero di Mosca (Solovki) e risale al XVI secolo.

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