martedì 18 maggio 2021

Medio Oriente. Perchè non è facile uscire fuori dai problemi geo-politici

 La questione della Palestina e poi di Israele

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Sin dagli anni quaranta del Novecento in maniera imprevedibile in tutto il Medio Oriente esplose il nazionalismo arabo e, in contemporanea, trovò ampio sviluppo il disegno sionista di ri-popolamento ebraico dell'area palestinese. Il flusso di ebrei da ogni parte del pianeta in quella direzione  avvenne  come già abbiamo evidenziato in precedenza secondo criteri insediativi di tipo europei, o comunque occidentali, e quel flusso fu accentuato dalla furia nazista nei loro confronti.

Ebbe in pratica inizio in quell'area medio orientale un periodo di trasformazioni umane, sociali, culturali e pure religiose di vasto raggio. Gli occhi delle grandi potenze da parte loro non si distrassero da ciò che stava conducendo alla trasformazione di quell'area del Mediterraneo. Crebbero in quel periodo pregiudizi, preconcetti e deformazioni sia nei confronti di singoli gruppi e comunità che migravano nell'area e però -nel contempo- crescevano sentimenti di frustrazioni delle popolazioni arabe che da secoli e secoli si erano ormai insediate su quella stessa area. Va evidenziato che da parte ebraica iniziò a crescere la consapevolezza razionale, frutto di indagini storiche ed archeologiche, degli eventi del lontano passato biblico che uscivano dall'oscurità dei tempi andati e che -a loro valutazione- giustificavano l'accrescersi dei loro insediamenti nell'area palestinese.

Non si contano le rivolte, gli scontri ed i massacri fra arabo-palestinesi e immigrati da più parti del pianeta, di origini e costumi ebraici, che comunque erano già iniziati sia pure non in forme consistenti molto prima delle persecuzioni naziste.

Proviamo qui di seguito a capire le origini più lontane.

L'Impero Ottomano

Già nel 1848 l'Impero turco-ottomano iniziò  a mostrare agli stati europei interesse e attenzione conseguenti alle sue evidenti fragilità -conseguenza della fragilità del suo potere cedente-. L'interesse europeo iniziò a concretizzarsi con l'inviare nelle aree meridionali della provincia di Siria numerosi gruppi di missionari le cui attività religiose venivano interpretate dal potere ottomano come processi di penetrazione europee esterni al suo controllo, e che tuttavia esso non era in condizione ormai di frenare. La Francia, dal vicino Libano, in effetti iniziò a sostenere vigorosamente i cristiani maroniti, la Russia da parte sua cominciò a far arrivare -sempre nell'area meridionale del Libano- flussi di pellegrini ortodossi per ravvivare il ruolo cristiano in Terra Santa. 

Più deciso fu l'impegno britannico che avviò significativi sostegni a gruppi di protestanti inglesi e tedeschi che intendessero trasferirsi in quell'area. Sempre i britannici in anni successivi iniziarono sistematicamente a sostenere reiterati stanziamenti di ebrei europei, che dagli iniziali 11mila (su una popolazione di 500mila complessiva dell'area) via via crebbero fino a costituire innumerevoli consistenti comunità. I progetti francesi di insediare comunità ebraiche ebbero altrettanto forti spinte dallo stesso Napoleone e poi dai numerosi filandropi del vecchio continente. Durante il periodo di Napoleone gli ebrei nelle aree che i francesi avevano conquistato in Europa furono dopo parecchi secoli parificati agli altri cittadini

Al disegno di insediare ebrei in quell'area palestinese parteciparono pure parecchi ricchi commercianti il cui intento, più che etnico-religioso fu quello di conseguire benefici dalla colonizzazione e dallo sviluppo di stili di vita europei in quella parte del Mediterraneo. Ampliare il mercato del loro commercio.

(Segue)

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