sabato 6 marzo 2021

Tempi passati. Sfogliamo un libro scritto da un siciliano (8)

 Riflessioni  di G.A. Borgese dal testo: GOLIA, marcia del Fascismo

 LO SFONDO STORICO

Dante

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I miti di Roma

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  L'Italia

Dal momento che Roma era al cengtro di ogni sua fantasia e meditazione, perchè Dante non scrisse la Divina Commedias nellsa lingua di Roma, in quel latino che era la lingua dell'Impero e della Chiesa ?  Se il suo sogno e il suo concetto possedevano, com'egli voleva che possedessero, una validità universale, perchè non scelse il latino che era la lingua universale?

Dante scrisse in latino il trattato della Monarchia, un certo numero di episatole politiche , alcune opere minori in prosa e in versi. Egli pose ugualmente mano ad un ampio lavoro in latino che avrebbe dovuto dimostrare come e perchè la lingua volgare era superiore al latino e perchè, in conseguenza, l'aveva adottata per la Commedia. Ma non lo portò a termine. Forse,  pur con tutta la sua fermezza d'animo, gli fece mancare il coraggio l'oscura coscienza che le ragioni da lui addotte non erano che sofismi. S'era spinto così lontano, da fantasticare che gli idiomi volgari erano più antichi del latino, linguasggio artificiale creato in età più recente e da spascciare tale fantasia come sapere scientifico. In pari tempo, Dante immagiunò, con l'orgoglio consueto, che il linguaggio della sua poesia non era il dialetto fiorentino, lingua di una comunità particolare e e di una fra le più odiate, ma una sublime e quasi angelica combinazione degli elementi migliori che si possono trovarer nei dialetti di tutte le regioni d'Italia.

Perchè solo d'Italia?  Perchè Dante non cerco di raccogliere assieme tutti gli elementi di qualsiasi lingua e di qualsiasi paese che sembrassero opportuni?

Non si può dare una ragionevole risposta a tali interrogativi. Non esiste una soluzione logica e filologica del problema relativo alla scelta della lingua adoperata da Dante per il suo poema. La sola risposta valida è di natura psicologica ed implica un altro paradosso nella biografia dantesca.

(Segue)36

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