martedì 9 febbraio 2021

Didattica a distanza. Dall'apprendimento vero ai banchi con le rotelle ... (4)

Secondo Kant (1724-1804) 

l'Illuminismo "è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che deve imputare a sé stesso".

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 Abbiamo evidenziato nelle precedenti pagine che la storia della scuola italiana non è stata uniforme in tutte le regioni  e che specialmente nella fase pre-unitaria essa dipendeva da una istruzione impartita in ambiti privati. Abbiamo pure messo in evidenza che la diffusione dell'istruzione dall'ambito quasi prettamente ecclesiastica transita lentamente verso le istituzioni pubbliche sulla base dei progetti riformistici dell'Illuminismo.

In Italia l'istruzione pubblica non ebbe pertanto identica diffusione nè temporale nè territoriale. E se oggi esiste un grave dislivello oltre che culturale anche socio-economico fra Nord e Sud esso è dovuto -anche- al ritardo con cui la visione illuministica fu recepita nel Meridione.

Il primo passo che la visione  "illuministica" impose nei ruoli di governo dei popoli fu la netta separazione del potere ecclesiastico da quello temporale, della visione religiosa da quella scientifica. Fu l'inizio della laicizazione della cultura pubblica e dell'idea di "Stato" laico ed autonomo.

Abbiamo sostanzialmente evidenziato che questo processo non fu nè facile nè innocuo. La Chiesa, quella cattolica, non accettò di vedersi sottrarre il monopolio della cultura con cui (il caso Galileo) aveva preteso di contrastare la Scienza sul solco delle sue libere interpretazioni bibliche. Nel 1773 la Compagnia di Gesù fu soppressa in quasi tutti i paesi europei e gli stati -almeno in Occidente- iniziarono a sostenere gli studi delle scuole pubbliche e soprattutto delle Università. Fino ad allora (1773) tutti i quadri dirigenti dei vari paesi, era sitiuazione ovvia, uscivano dalle scuole gesuitiche, in contrasto con le nuove idee montanti del tempo.

La nuova visione laica (che comunque non coincideva sempre con l'anti-religiosità) della società esigeva la diffusione dei livelli di istruzione popolare; e non fu per niente facile dal momento che il quadro sociale evidenziava povertà, mancanza di insegnanti, carenza di investimenti per le scuole etc.

L'intendo illuministico di diffondere la cultura per decenni, ed anzi per almeno un secolo e mezzo (e forse oltre), si scontrò oltre che con la Chiesa con la mancanza di consapevolezza, nelle campagne soprattutto, che l'istruzione fosse un "bisogno", rispetto ai primari bisogni di disfarsi della miseria e pertanto della necessità della sopravvivenza. Non per nulla l'idea socialista nasce come prosecuzione dell'Illuminismo.

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