Sul Blog ci siamo sempre occupati di situazioni locali senza mai distrarci da ciò che capita fuori, distante da noi: politica territoriale provinciale, regionale, nazionale, europea e persino mondiale. Abbiamo portato riflessioni ora personali dell'autore e ora considerazioni frutto del contesto sociale più ampio. Continueremo a seguire questa traccia. Incrementeremo -anzi- l'impegno sulla cultura, sulla crescita umana e dello spirito.
Cosa intendiamo dire? Notiamo che il nostro centro abitato da "paese" che era è diventato paesino e si accinge a diventare, se continuerà a mancare l'apporto di tutti, un borgo, per magari fra 70, 80 anni diventare un cumulo di pilastri e materiale edile disfatto -per avvenuto abbandono umano- dove si aggireranno branchi di cani abbandonati.
Cosa c'entra la cultura, mi ha chiesto qualcuno ? c'entra. Senza la cultura non conosceremo mai l'altro, quello che giorno dopo giorno incontriamo e aggiunge qualcosa a quello che da soli pensiamo, non capiremo nemmeno il perchè da impassibili continuiamo ad assistere alla fuga dei nostri concittadini, dei giovani soprattutto. Cultura è anzitutto aprire gli occhi (e le coscienze).
Ci viene detto che chi va via cura i propri affari (i propri interessi), si tratta di libera scelta. Affare loro se vanno a vivere a Santa Margherita Belice, a Chiusa Sclafani a Palermo o a Sackingen. No! non è così.
Non sono affari loro. Sono affari di tutti noi che su questi presupposti stiamo evitando di fare qualcosa: stiamo evitando di fare p-o-l-i-t-i-c-a. Se ci dedichiamo a coltivare il presunto prospero orticello personale evitando di guardare all'intero contesto entro cui siamo inseriti, non stiamo facendo politica, stiamo inducendo -senza magari mettere volontà- altre decine, centinaia di persone a pigliare la via dell'emigrazione e/o del trasferimento in altre realtà più consistenti e quindi più vitali ed umane ed ovviamente focolai vivi di punti di vista vari (=di cultura).
Sbaglia chi distingue Politica da Cultura.
Adesso che i partiti politici danno la sensazione di essersi trasformati in lobby privi di animo, ci chiediamo se ha ancora senso contrastare qualcuno che si impegna a voler fare; un fare che magari sul piano personale non riusciamo a cogliere per puro egoismo; contrastare perchè non ci sta dietro e non si adegua al nostro "gruppo"; perchè non contempla la mia, la nostra bravura.
Ed intanto, in questo stare fermi alle posizioni di parte, a colpi di un centinaio di emigrati ogni anno ci avviciniamo alla soglia che farà del Paese un "borgo", per poi fra meno di un secolo consegnare a chi ci sarà, una distesa inanimata di colonne in cemento armato dove si aggireranno i cani randaggi.
Sono crollate le ideologie. La politica oggi non può che essere "cultura". E la cultura (=politica) ha sempre marciato su due binari: chi ama l'umanità e la solidarietà compreso l'ambientalismo (in senso socialista, o se si vuole democratico) e chi invece è rimasto fermo al vecchio mondo dello scontro contro chi non è con me (con noi), lo scontro di razza (colore della pelle), dei confini, dell'egoismo individualista, dell'invidia, della non cultura.
Definiamoli "culturali" questi fronti fra Sinistra e Destra. In effetti sitratta di "visioni culturali". La cultura, lo sappiamo bene, non è monocorde perchè essa attinge dalla letteratura, dalla religione, dalla storia dell'umanità. Va sempre rispettata se rispetta l'altro, l'avversario politico.
Nostra convinzione è che la politica dell'egoismo di parte non ha più spazio. Chi ancora oggi si attarda su di essa lo fa non per "politica" ma per insufficienza di cultura. Le ideologie ferree sono crollate, serve spazio per la "ragione", per la "cultura aperta", per l'attenzione senza confini, per il confronto democratico.
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